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Carabinieri, al via l’anno accademico Scuola Ufficiali: “Pilastro insostituibile della collettività”

È stato inaugurato oggi l’Anno accademico della Scuola ufficiali dei Carabinieri a Roma alla presenza, tra gli altri, del Ministro della Difesa Guerini. Il Comandante generale Luzi: “Fare il Carabiniere non significa semplicemente avere un’occupazione. È una missione che ha bisogno di una trama etica solida”.
A cura di Ida Artiaco
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"Il compito a cui siete chiamati, la sfida che dovrete vincere, consiste proprio nell’affermare il senso dello Stato preservando costantemente i valori più alti della nostra democrazia durante il vostro impegno quotidiano in una società che è in continua evoluzione". Con queste parole il ministro della Difesa Lorenzo Guerini è intervenuto oggi nel corso dell'inaugurazione dell’Anno Accademico 2021/2022  della Scuola ufficiali dei Carabinieri a Roma, i cui "348 frequentatori sono il futuro, non solo di un’istituzione che da oltre due secoli è al servizio dello Stato, ma di una intera comunità che si preparano a servire", ha aggiunto.

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L’evento, a cui hanno preso parte anche i Sottosegretari all’Interno Molteni e Sibilia, il Sottosegretario alla Difesa Senatrice Pucciarelli e i presidenti delle Commissioni Difesa al Senato e alla Camera, Pinotti e Rizzo, è stato aperto dal Comandante della Scuola, Generale di Divisione Claudio Domizi, che ha indirizzato il proprio saluto ai presenti, illustrando le attività didattiche svolte dall’Istituto. Poi la parola è passata al Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, il Generale Teo Luzi, che ha ricordato quali sono i valori individuali che devono indirizzare oggi l’azione di ogni carabiniere: responsabilità del ruolo, consapevolezza dell’autorità rivestita e coerenza dell’esempio.

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Il Comandante Generale ha sottolineato anche l’impegno dell’Arma per la protezione del territorio, definendo il deterioramento dell’ambiente una pandemia più lenta del Coronavirus, ma non meno rischiosa. Tra i temi trattati anche il fenomeno della violenza contro le donne e del disagio giovanile che vedono l’Istituzione impegnata sia a livello repressivo che preventivo, e quello della dignità del lavoro.

"L’Italia, profondamente ferita dalla pandemia, pur perdurando le difficoltà, si è riscoperta vincente perché capace di una forza morale che ha unito comportamenti giudiziosi e competenze organizzative, potendo contare, anche in questa emergenza, sui “propri” Carabinieri – ha sottolineato Luzi -. Il Carabiniere esprime una straordinaria capacità di porsi in ascolto delle persone, che la gente sa e vuole ritrovare nelle nostre uniformi, riconosciute non solo come argine all’illegalità, ma anche come antidoto alle ansie della modernità. Fare il Carabiniere non significa semplicemente avere un’occupazione. È qualcosa di più. È una missione che ha bisogno di una trama etica solida, da tessere incessantemente, con un’opera di formazione permanente".

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