Calano le terapie intensive Covid, ma ci sono ancora 12 regioni sopra la soglia d’allerta

Calano ancora i posti occupati in terapia intensiva in Italia da malati Covid: ieri 22 aprile sono 3.021, 55 in meno rispetto al giorno precedente. A livello nazionale, però, la percentuale di persone positive al Covid in rianimazione sul totale dei posti disponibili rimane ancora alta: è al 34%, quindi sopra alla soglia d'allerta fissata al 30%. Calano i ricoverati con sintomi che sono 22.094, cioè 690 in meno rispetto a ieri, secondo il bollettino del ministero della Salute di ieri, 22 aprile (16.232 i nuovi contagi di Covid-19 in Italia).
Le regioni sopra la soglia critica
Calano ancora, a livello nazionale, i posti letto e le terapie intensive occupate da pazienti Covid ma la Puglia supera la soglia critica. Su tutto il territorio nazionale i posti di terapia intensiva occupati sono il 34% di quelli disponibili ma sono ancora oltre la soglia critica del 30% in ben 12 regioni o Province Autonome (Calabria, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Marche, Molise, Trento, Piemonte, Puglia, Toscana, Umbria, Valle d'Aosta).

"Rimane alto il numero di Regioni/Province autonome che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica (12 Regioni/Pa vs 14 della settimana precedente)". E' quanto si legge nella bozza del report Istituto superiore sanità (Iss)-ministero della Salute per il monitoraggio dell'epidemia di Covid in Italia. "Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale è sopra la soglia critica (35%), anche se il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in diminuzione da 3.526 (13 aprile) a 3.151 (20 aprile)", si sottolinea.

Migliora la situazione posti letto pazienti Covid
A calare sono anche i posti letto in reparto occupati da pazienti con Covid-19: a livello nazionale si attestano, infatti, al 35%, ma 3 regioni superano ancora la soglia critica, fissata in questo caso al 40%: Lazio, Puglia e Piemonte). Il dato emerge dai dati del monitoraggio quotidiano dell'Agenzia Nazionale per i Servizi sanitari regionali (Agenas), relativi alla giornata del 21 aprile.