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Bruno travolto da un’auto in fuga dai carabinieri, rabbia del figlio: “Se la giustizia farà bene, mi aiuterà”

“Provo tanto dolore e tanta rabbia ma se la giustizia farà bene il suo corso questo mi aiuterà molto” ha dichiarato il 22enne primogenito di Bruno Ansaloni, il 56enne travolto da un’auto in fuga dai carabinieri nel Bolognese. La comunità di Sant’Agata Bolognese si stringe ora attorno al 22enne e alla madre che resta ricoverata per le ferite dell’impatto anche se fuori pericolo.
A cura di Antonio Palma
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Un’intera comunità e una famiglia distrutta dal dolore piangono la morte di Bruno Ansaloni, l’imprenditore agricolo di 56 anni travolto da un’auto in fuga dai carabinieri a un incrocio di San Matteo della Decima, nel Bolognese. Un dolore che inevitabilmente si trasforma anche in rabbia per una tragedia tanto assurda quando drammatica, come ha ammesso il figlio dell’uomo.

“Provo tanto dolore e tanta rabbia ma se la giustizia farà bene il suo corso questo mi aiuterà molto” ha dichiarato il 22enne primogenito dell’uomo, descrivendo il padre come “una persona molto buona, che in casa non ha mai alzato la voce, mai una sgridata”. Federico Ansaloni in questi giorni è rimasto da solo in casa ad occuparsi della sorella minorenne in attesa del ritorno del madre, anche lei ferita nell’impatto e ricoverata in ospedale.

La coppia di Sant’Agata Bolognese stava andando a prendere proprio la figlia minorenne a una festa quando nella notte tra sabato e domenica 1 giugno, intorno alle 2, si è trovata sulla sua strada una Bmw con al volante un 22enne della zona che scappava all’alt dei carabinieri ad un posto di blocco stradale, insieme ad altri due giovani a bordo.

“Non c’è un momento in cui non penso a quell’incidente. Papà era una persona molto molto buona e disponibile con tutti, sia in famiglia che con gli altri” ha ricordato il 22enne ai microfoni di Mattino Cinque, attorniato da parenti e tanti amici del padre, a testimoniare l'apprezzamento unanime per la vittima.

“È venuto a mancare un pezzo di noi, era una persona che faceva davvero comunità, oltre ad essere un bravo imprenditorie agricolo, era molto attivo nel tessuto sociale e faceva volontariato” ha confermato anche il sindaco, ribadendo che nel Paese “è scesa una coltre di amarezza e di tristezza ma anche di rabbia per come è avvenuta la vicenda”.

Ora la comunità si stringe attorno al figlio e alla madre che resta ricoverata per le ferite dell’impatto anche se fuori pericolo.  “Mamma è ancora in prognosi riservata ma sta leggermente meglio, ci ha riconosciuto e ci ha parlato, non si ricorda dell’incidente ma capisce tutto il resto ed è lucida” ha rivelato il 22enne, concludendo: “Sa che papà non c’è più, grazie a una dottoressa gli abbiamo detto tutto”.

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