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Covid 19

Brindisi, medico positivo al Covid opera con la febbre: indagato per epidemia colposa

Un medico chirurgo dell’ospedale Perrino di Brindisi è indagato per epidemia colposa perché prese parte a un intervento chirurgico malgrado avesse la febbre; alcune ore dopo l’uomo sarebbe risultato positivo al Covid-19. A causa del suo comportamento nel nosocomio pugliese si svilupparono decine di contagi.
A cura di Davide Falcioni
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Un medico chirurgo dell'ospedale Perrino di Brindisi è indagato per epidemia colposa perché prese parte a un intervento chirurgico malgrado avesse la febbre; alcune ore dopo l'uomo sarebbe risultato positivo al Covid-19. La vicenda è stata presa in esame dalla Procura di Brindisi dopo un'informativa dei Nas. Stando a quanto accertato i fatti risalgono alla fine di marzo 2020, quando era in corso in Italia la prima ondata della pandemia. In quel periodo in Puglia c'erano ancora pochissimi contagi e non è escluso che il medico in questione possa aver sottovalutato la pericolosità del virus. Il chirurgo indagato fu infatti tra i primissimi ad ammalarsi: dopo la sua positività altri operatori tra medici ed infermieri risultarono contagiati, furono bloccati i ricoveri, e il reparto fu anche chiuso per qualche giorno per essere sanificato. Nei due mesi successi furono decine gli operatori sanitari positivi al Covid con la chiusura di numerosi reparti.

Secondo l'ipotesi avanzata dagli inquirenti fu proprio a causa di quel medico che il contagio si diffuse nel nosocomio brindisino, tanto da indurre la direzione sanitaria a chiudere almeno tre reparti a causa della positività al Covid di medici, infermieri e Oss. Era il primo aprile quando la Asl di Brindisi comunicò la chiusura del reparto di Pneumologia: qui due dottori e tre infermieri furono trovati positivi al coronavirus. Tutti gli operatori sanitari furono messi in quarantena e 13 pazienti positivi che erano ricoverati furono trasferiti tra Rianimazione, Malattie Infettive e Medicina. Alcuni giorni dopo il virus si diffuse anche nel reparto di Chirurgia, dove si infettarono il primario, due chirurghi e un paziente. Come nel caso di Pneumologia, tutto il personale sanitario fu posto in quarantena e tutte le attività di Chirurgia dirottate all'ospedale Camberlingo di Francavilla Fontana.

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