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Bolzano, via libera ai medici che non parlano italiano: protesta della Fnomceo

Sanità altoatesina ancora sotto i riflettori. Dopo i lugubri manifesti con l’uomo morto perché “il medico non sapeva il tedesco”, un’altra iniziativa arriva a minare l’unitarietà del Servizio sanitario nazionale. Si tratta di una Legge provinciale che la Federazione nazionale degli Ordini dei medici chiede al Governo di esaminare e, nel caso, impugnare.
A cura di Susanna Picone
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Medici che non parlano italiano potrebbero ottenere ugualmente l’iscrizione all’Ordine. La sanità altoatesina finisce ancora sotto i riflettori per una legge della provincia autonoma di Bolzano che ha aperto un nuovo contenzioso dopo il caso dei manifesti anti-italiani di qualche giorno fa. Il provvedimento autorizza i medici che conoscono solo la lingua tedesca a esercitare in Italia bypassando la normativa nazionale che prevede invece il bilinguismo oltre che il riconoscimento dei titoli ottenuti all’estero. La norma è inserita in un testo su “Disposizioni per l’adempimento degli obblighi della provincia di Bolzano” derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione Europea. La Federazione nazionale degli Ordini dei medici chiede al Governo di esaminare e, nel caso, impugnare la legge. L'articolo 4, dedicato agli Ordini e Collegi, autorizza appunto i medici che parlano tedesco, e che non comprendono l'italiano, a esercitare nella Provincia autonoma di Bolzano. La polemica divampa a pochi giorni dal caso dei manifesti xenofobi contro i medici italiani diffusi dal partito Suedtiroler Freiheit che chiede il distacco dell’Alto Adige dall’Italia e il ricongiungimento all’Austria. Si vede un cadavere sul lettino e sotto la scritta: “Il medico non parlava tedesco”.

Fnomceo chiede al Governo di impugnare la legge –  La Federazione, per mano del suo presidente Filippo Anelli, ha scritto al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, e a quello della Salute, Roberto Speranza, per segnalare l'elusione della normativa nazionale e valutare l'impugnazione di parte della Legge provinciale. "Di fatto i requisiti e i titoli per praticare la professione medica in Italia sarebbero elusi dalla semplice Legge provinciale, introducendo una misura che attua la separazione normativa dell'Alto Adige dal sistema nazionale – è quanto spiega Anelli – La parificazione fra le lingue italiana e tedesca, dettata dall'articolo 99 dello Statuto di Autonomia, verrebbe riconosciuta, ma ignorando che – ai sensi del medesimo Statuto – è l'italiano la lingua ufficiale dello Stato e che, come tale, essa debba essere conosciuta ai fini dell'esercizio della professione. La parificazione del tedesco all'italiano per l'iscrizione agli Albi professionali consentirebbe ai medici austriaci di esercitare nella provincia di Bolzano senza che abbiano conoscenza della lingua italiana". E dunque, ancora, conclude il presidente di Fnomceo: “In qualità di presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, ente pubblico non economico, che agisce quale organo sussidiario dello Stato al fine di tutelare gli interessi pubblici, garantiti dall'ordinamento, connessi all'esercizio professionale chiedo alle signorie vostre, quali rappresentanti del Governo, di valutare l'opportunità di porre in essere tutte le necessarie iniziative di competenza, affinché attraverso l'impugnazione sia soppressa quella parte della legge in cui si fa riferimento alla possibilità, per medici e altri iscritti ad Ordini e Collegi professionali senza alcuna conoscenza di lingua italiana, di esercitare in Alto Adige, creando una sorta di extraterritorialità dell'Alto Adige rispetto al resto del territorio nazionale".

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