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Manifesti anti-italiani a Bolzano, sul cadavere il cartello: “Il medico non sapeva il tedesco”

Polemiche in Alto Adige, dove da giorni campeggiano alle fermate dei bus e davanti agli ospedali cartelloni raffiguranti un cadavere con la scritta “Il medico non sapeva il tedesco” e “Per capire e ben gestire i pazienti i medici in Alto Adige devono parlare tedesco. Combattiamo per i tuoi diritti”. La campagna è stata realizzata da Südtiroler Freiheit, il partito di destra tedesca. Ira di Fnomceo: “Offensivo per i medici e, soprattutto, lesivo per il rapporto di fiducia che è alla base della relazione di cura”.
A cura di Ida Artiaco
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Cartelloni che campeggiano alle fermate dei bus e di fronte agli ospedali. La foto di un cadavere steso sul lettino dell'obitorio con la scritta "Il medico non sapeva il tedesco" e  con un cartellino appeso al dito che recita "Qui muore il diritto all’uso della madrelingua". Sotto, in rosso è invece scritto: "Per capire e ben gestire i pazienti i medici in Alto Adige devono parlare tedesco. Combattiamo per i tuoi diritti". Sono questi i manifesti choc che da alcuni giorni circolano in Alto Adige, in particolare nella città di Bolzano, ad opera di Südtiroler Freiheit, il partito di destra tedesca di Sven Knoll e di Eva Klotz, apertamente anti-italiano. La trovata pubblicitaria si riferisce infatti ai più di 200 medici assunti in Alto Adige a tempo determinato, 3 anni più 2 concessi pochi mesi fa, senza patentino che se alla fine dei 5 anni non lo supereranno dovranno tornare a casa. Eppure, sono molti coloro che hanno storto il naso davanti a questa immagine.

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Prima tra tutti, la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo) ha inviato una segnalazione addirittura alla Procura della Repubblica. "Quel manifesto fa passare un messaggio pessimo: allarmistico per i cittadini, offensivo per i medici e, soprattutto, lesivo per il rapporto di fiducia che è alla base della relazione di cura: va ritirato, e subito", ha detto il presidente, Filippo Anelli, nel commentare la campagna messa in atto, in tutto l'Alto Adige, dal partito secessionista. "Vogliamo che si valuti se siano stati violati articoli del Codice penale – ha aggiunto -. Il manifesto ha infatti un contenuto fortemente disinformativo e crea un rilevante e ingiustificato allarme sociale, nonché lede gravemente l'immagine dei medici in generale e, in particolare, di quelli che operano all'interno del Servizio Sanitario Nazionale. La politica dovrebbe imparare, su questo come su altri versanti, a lasciar fuori la salute dalle sue strumentalizzazioni. Spero che le autorità intervengano, perché vanno tutelati il rispetto e la dignità delle persone e delle professioni, oltre al diritto dei cittadini di affidarsi senza falsi e ingiustificati timori ai medici e al Servizio Sanitario Nazionale". Infine, ha concluso, "rinnoviamo il nostro pieno sostegno ai colleghi dell'Ordine di Bolzano e alla presidente Monica Oberrauch, che si sono trovati a fronteggiare in prima linea questo sgradevole attacco a tutta la Professione".

Quest'ultima ha definito la campagna "una messa in scena che raccoglie tutto il nostro disgusto e che offende in primis chi l’ha realizzata. In tutta Europa mancano medici, è vero, ma noi in Alto Adige con l’autonomia ed il bilinguismo la sentiamo ancora di più ma la convivenza di tre gruppi etnici ha messo in piedi una democrazia evoluta che non ha certo bisogno di queste bordate", mentre l'assessore alla Sanità Thomas Widmann parla di un'offesa fatta a chi lavora e si impegna a dare il meglio che non merita particolare attenzione: "Meno ne parliamo meglio è".

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