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Bolide che ha illuminato l’Italia caduto a Matera: Istituto di astrofisica cerca volontari per trovarlo

L’Istituto nazionale di astrofisica ha calcolato la traiettoria del bolide individuando un’area vicino Matera. L’Inaf ha lanciato una “caccia alla meteorite” dando anche dei consigli agli eventuali appassionati su cosa fare in caso di ritrovamento e su come raccogliere i frammenti del bolide.
A cura di Antonio Palma
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I frammenti del bolide che a San Valentino ha illuminato i cieli d'Italia sono caduti nei dintorni di Matera ed è molto probabile che, pochi chilometri a nord della città lucana, si possano trovare una o più meteoriti di qualche centimetro di diametro. È quanto hanno calcolato gli esperti dell'Inaf, l’Istituto nazionale di astrofisica lanciando una “caccia alla meteorite" e  dando anche dei consigli agli eventuali appassionati su cosa fare in caso di ritrovamento e come raccogliere i frammenti del bolide.

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La diffusione delle probabili coordinate di arrivo dei frammenti, un'area pianeggiante di campi coltivati che si estende per otto chilometri quadrati tra Borgo Venusio e Iesce, in effetti ha scatenato una caccia ai pezzi della Meteora che, sempre secondo i calcoli di Prisma, la Prima Rete Italiana per lo Studio delle Meteore e dell'Atmosfera dell'Inaf, in alcuni casi potrebbero avere dimensioni notevoli e un peso complessivo di circa 500 grammi.

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"Questo fireball, informalmente chiamato ‘bolide di San Valentino', è stato ripreso da tre camere all-sky della rete Prisma coordinata dall’Inaf: Castellana Grotte, Tricase e Vasto. Triangolando i dati di posizione ottenuti dalle tre camere, il team di Prisma è risalito alla traiettoria seguita dal bolide in atmosfera" spiegano infatti dall'Istituto di Astrofisica.

Secondo i calcoli degli esperti, il bolide aveva una velocità iniziale di 16-17 km al secondo quando ha raggiunto i cieli italiani e ha assunto un traiettoria da Bari verso Matera. La gradita sorpresa per gli appassionati è che quando la discesa si è conclusa, a circa 22-23 km di quota, e cioè quando è stato avvistato il grande il bagliore finale, l'oggetto celeste aveva ancora una massa residua di circa 400-500 grammi.

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Secondo i calcoli dell'Istituto di Astrofisica, questa volta trovare i frammenti del corpo celeste non dovrebbe essere difficile visto che l'area individuata è una zona abbastanza pianeggiante ed è costellata da campi coltivati che, data la stagione, non costituiranno un ostacolo per la ricerca sul campo. La zona, di forma ellittica e con l’asse maggiore di circa 4 km e il minore di circa 2, però è abbastanza ampia.

Prisma per questo sta reclutando volontari per la ricerca e il recupero del meteorite. Chi volesse partecipare alle ricerche sul campo, può trovare tutte le informazioni sul sito www.prisma.inaf.it e su MediaInaf. "Può sembrare un compito arduo e al limite dell'impossibile trovare una piccola roccia di qualche centimetro in un'area grande qualche chilometro quadrato, eppure è già capitato", ricordano gli esperti, ricordando ad esempio i recenti ritrovamenti del meteorite a Cavezzo, vicino Modena, e in Francia.

In ogni caso se capitate da quelle parti e trovare qualcosa dall’aspetto di un sasso di qualche cm di diametro, molto scuro, con i bordi smussati e ricoperto da una patina nera che tende a staccarsi, potrebbe essere la meteora e l'Inaf fornisce le modalità da seguire per la raccolta corretta di una meteorite sul proprio sito. Naturalmente la sospetta meteorite va segnalata via email al Project Office di Prisma perché "la caratterizzazione scientifica è necessaria: infatti una meteorite, senza analisi chimico-fisiche e non presente nell’elenco delle meteoriti ufficialmente riconosciute, è praticamente priva di qualsiasi valore".

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