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Bimbo morto a Sharm, due mesi per l’autopsia. I genitori: “Troppo tempo”, presentato esposto

Antonio e Rosalia Mirabile, rientrati in Italia, costretti ad aspettare 60 giorni per sapere di cosa è morto il figlio, Andrea. Entrambi sono ricoverati in ospedale a Palermo.
A cura di Biagio Chiariello
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Saranno necessari due mesi per capire attraverso l'autopsia cos'è successo ad Andrea Mirabile, morto a 6 anni durante una vacanza coi genitori  al ‘Sultan Gardens' di Sharm el-Sheikh, in Egitto. Troppo tempo. I genitori non ci stanno e hanno presentato un esposto in procura a Palermo, chiedendo nuovi esami necroscopici.

"Abbiamo chiesto di fare tutti gli accertamenti e capire cosa sia successo. Ci auguriamo che si possa fare una nuova autopsia sul corpo di Andrea", dice l’avvocato Alessandro Gravante di Palermo.

Al momento l'ipotesi è che a causare la morte del bambino e il malore del padre, Antonio – la mamma, Rosalia, incinta al quarto mese, è quella che ha avuto sintomi più lievi – sia stata qualcosa che hanno bevuto o mangiato.

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E nel frattempo il dito è puntato contro le autorità sanitarie egiziane, accusate di aver perso tempo nei soccorsi e nel non aver capito la gravità della situazione per il piccolo. La decisione di diffondere i risultati dell’autopsia solo a settembre inoltrato sarebbe stata in qualche modo motivata dal fatto che tra due mesi la stagione estiva sarà terminata e i contraccolpi mediatici per Sharm saranno ridotti al minimo.

La famiglia desidera precisare che la notizia diffusa sulla possibile causa della morte del minore per dissenteria non è stata ancora accertata. Anche per tale ragione, si ritiene necessario l’intervento della magistratura italiana", aggiunge Gravante.

Antonio e Rosalia intanto sono tornati in Italia. Sono ricoverati al Policlinico di Palermo. Il sospetto che a colpire la famiglia Mirabile sia stata un'intossicazione alimentare è stato alimentato anche dal nonno paterno, Salvatore, che all’Ansa ha raccontato di aver potuto rivedere suo figlio: "Ieri mi aveva detto al telefono che era migliorato. Non so quale sia la sua patologia, non me l’ha detto: so solo che non poteva respirare. Lui è rimasto intossicato gravemente, la moglie un po’ meno. Non so cosa abbiano mangiato né tantomeno se altri ospiti del resort in cui erano in vacanza si siano sentiti male".

La salma del piccolo invece è attesa per oggi 9 luglio con un volo da Sharm el Sheik che farà scalo a Roma Fiumicino, prima di arrivare in Sicilia.

E i dubbi sul resort che ha ospitato la famiglia di Andrea sono sollevati anche dall’influencer Elisa Gilieri alla sua trentesima volta in Egitto, dove ha anche lavorato. La ragazza è stata al Sultan tra il 5 e il 12 giugno, quasi un mese prima della tragedia:

C’erano lavori ovunque. Nel ristorante sulla spiaggia abbiamo notato alimenti tenuti fuori dal frigorifero e uccelli che zampettavano tra il cibo. Il primo giorno, poi, ci hanno dato dei bicchieri di carta: abbiamo visto che dopo l’uso venivano solo sciacquati sotto l’acqua corrente. A quel punto abbiamo preteso che ce li dessero di plastica usa e getta".

"Più volte ho sentito attraverso la porta delle toilette vicine alla reception persone che vomitavano. Io e il mio fidanzato abbiamo avuto mal di pancia e crampi — racconta al Corriere della Sera — ma lo abbiamo attribuito agli sbalzi di temperatura dovuti all’aria condizionata. A questo punto e alla luce di quel che è accaduto è normale chiedersi se non sia invece dipeso dal cibo".

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