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Bari, maresciallo dei carabinieri arrestato per aver regalato una cisterna rubata a un amico

Il maresciallo dei carabinieri Cosimo Maldarizzi, 56 anni, comandante della stazione di Cassano delle Murge (Bari), è stato arrestato stamattina dai colleghi del Comando provinciale di Bari. Dopo aver scoperto in un capannone alcuni veicoli rubati, non aveva restituito al legittimo proprietario una cisterna di valore preferendo regalarla a un amico titolare di un agriturismo.
A cura di Davide Falcioni
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Dopo aver scoperto in un capannone alcuni veicoli rubati, non aveva restituito al legittimo proprietario una cisterna di un certo valore preferendo regalarla a un amico titolare di un agriturismo. Quando la vicenda era emersa, aveva depistato le indagini, fingendo che si trattasse di un malinteso. Dovrà rispondere di peculato, omessa denuncia da parte di pubblico ufficiale e depistaggio il maresciallo dei carabinieri Cosimo Maldarizzi, 56 anni, comandante della stazione di Cassano delle Murge (Bari), arrestato questa mattina dai colleghi del Comando provinciale di Bari, che hanno eseguito una misura cautelare firmata dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari Paola Angela De Santis.

Gli episodi che vengono contestati al militare riguardano fatti avvenuti nel 2018 e nel 2019. A dare il là all'inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Roberto Rossi e dal pubblico ministero Chiara Giordano, è stata una denuncia presentata in Procura. Con l'aiuto dei carabinieri, gli investigatori hanno ricostruito tutti passaggi della vicenda in merito alla quale è emerso che nel giugno 2018, durante le operazioni di ritrovamento di otto mezzi rubati nelle province di Bari e Taranto e la successiva riconsegna ai proprietari, il maresciallo si sarebbe impossessato di una cisterna che faceva parte della refurtiva per poi consegnarla a un suo conoscente, gestore di un noto agriturismo della zona.

A tradire il militare, sarebbe stata un'intercettazione. Il proprietario della struttura infatti avrebbe riferito alla figlia al telefono di avere ricevuto la cisterna da Maldarizzi e la donna ne avrebbe, a sua volta, parlato con il suocero. Tutte conversazioni finite agli atti dell'inchiesta. Nel dicembre dello scorso anno, dopo essere venuto a conoscenza delle indagini avviate sulla vicenda, il maresciallo avrebbe spostato la cisterna in un deposito per farla ritrovare, cercando di far passare come un semplice disguido la mancata riconsegna al proprietario. "Ringrazio la sostituta titolare dell'indagine e soprattutto l'Arma dei Carabinieri con i loro comandanti per aver agito rapidamente nell'individuare gravi fatti. È la prova che l'Arma dei Carabinieri è capace di rispondere prontamente a chi non rende onore alla propria divisa", ha dichiarato il procuratore aggiunto di Bari Roberto Rossi, reggente degli uffici inquirenti baresi, illustrando l'operazione. Per il momento al sottufficiale non sono stati contestati altri episodi o irregolarità.

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