Bancarotta, il leader del movimento ‘Io apro’ Biagio Passaro è stato arrestato

Bancarotta fraudolenta, indebita percezione di erogazioni pubbliche e autoriciclaggio. Sono queste le accuse alle quali deve rispondere l’imprenditore e leader di ‘IoApro’ Biagio Passaro, già arrestato nell'ottobre di un anno fa, poi prosciolto e scarcerato 18 giorni dopo per non aver commesso nessun reato a lui imputatogli in seguito a ordinanza del Tribunale del Riesame.
Imprenditore nel settore della ristorazione – è titolare del brand delle pizzerie Regina Margherita tra Modena e Bologna – originario di Napoli e residente a Castelfranco Emilia (Modena), era diventato noto soprattutto per la sua battaglia con il movimento #ioapro, che raccoglieva i ristoratori contrari ad alcune norme di contenimento della pandemia.
Sono cinque gli indagati. Secondo quanto emerso dalle indagini nello loro qualità di amministratori di fatto e di diritto di una società dichiarata fallita nel settembre 2020, avrebbero "sottratto alla disponibilità della procedura fallimentare i libri, i registri e le altre scritture contabili previste dalla legge al fine di creare pregiudizio ai creditori, nonché distratto dalle casse sociali oltre 660mila euro – in gran parte utilizzati per fini personali – provocando il dissesto della società e un passivo fallimentare di oltre 1,4 milioni, riferito a debiti nei confronti di dipendenti, Erario e fornitori".
La GdF modenese ha ricostruito operazioni di autoriciclaggio per complessivi 150mila euro, realizzate secondo gli inquirenti con il trasferimento del provento illecito derivante dei reati fallimentari contestati in altre attività economiche ovvero a favore di altre aziende dello stesso gruppo imprenditoriale.
I militari delle Fiamme Gialle inoltre hanno acquisito “gravi elementi indiziari sulla sistematica indebita percezione di contributi pubblici erogati in relazione alla crisi economica provocata dall’emergenza pandemica da Covid-19, da parte di altre aziende operanti nello stesso settore della fallita e riconducibili a Passaro che attraverso documentazione e dati falsi, avrebbero ottenuto indebitamente somme per mezzo milione di euro”.