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Bancarotta, il leader del movimento ‘Io apro’ Biagio Passaro è stato arrestato

Le contestazioni della procura di Modena nei confronti del leader del movimento ‘Io apro’: avrebbe preso dalle casse sociali oltre 660mila euro causando il dissesto della società e un passivo fallimentare di oltre 1,4 milioni.
A cura di Biagio Chiariello
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AGGIORNAMENTO 20 ottobre 2023:

A seguito dell’istanza dei legali di Biagio Passaro, dopo il parere positivo del PM Dott. Marco Imperato della procura di Bologna e la decisione del GUP. Giudice Dott. Letizio Magliaro, all'imprenditore è stata revocata l’unica misura ancora in atto, cioè quella della misura di obbligo di dimora nel comune di Castelfranco Emilia, riguardano i fatti per la quale il 30/11/2022 il Passaro fu arrestato per bancarotta fraudolenta.

Bancarotta fraudolenta, indebita percezione di erogazioni pubbliche e autoriciclaggio. Sono queste le accuse alle quali deve rispondere l’imprenditore e leader di ‘IoApro’ Biagio Passaro, già arrestato nell'ottobre di un anno fa, poi prosciolto e scarcerato 18 giorni dopo per non aver commesso nessun reato a lui imputatogli in seguito a ordinanza del Tribunale del Riesame.

Imprenditore nel settore della ristorazione – è titolare del brand delle pizzerie Regina Margherita tra Modena e Bologna – originario di Napoli e residente a Castelfranco Emilia (Modena), era diventato noto soprattutto per la sua battaglia con il movimento #ioapro, che raccoglieva i ristoratori contrari ad alcune norme di contenimento della pandemia.

Sono cinque  gli indagati. Secondo quanto emerso dalle indagini nello loro qualità di amministratori di fatto e di diritto di una società dichiarata fallita nel settembre 2020, avrebbero "sottratto alla disponibilità della procedura fallimentare i libri, i registri e le altre scritture contabili previste dalla legge al fine di creare pregiudizio ai creditori, nonché distratto dalle casse sociali oltre 660mila euro – in gran parte utilizzati per fini personali – provocando il dissesto della società e un passivo fallimentare di oltre 1,4 milioni, riferito a debiti nei confronti di dipendenti, Erario e fornitori".

La GdF modenese ha ricostruito operazioni di autoriciclaggio per complessivi 150mila euro, realizzate secondo gli inquirenti con il trasferimento del provento illecito derivante dei reati fallimentari contestati in altre attività economiche ovvero a favore di altre aziende dello stesso gruppo imprenditoriale.

I militari delle Fiamme Gialle inoltre hanno acquisito “gravi elementi indiziari sulla sistematica indebita percezione di contributi pubblici erogati in relazione alla crisi economica provocata dall’emergenza pandemica da Covid-19, da parte di altre aziende operanti nello stesso settore della fallita e riconducibili a Passaro che attraverso documentazione e dati falsi, avrebbero ottenuto indebitamente somme per mezzo milione di euro”.

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