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Azienda apripista in Italia: congedo retribuito al 100% per le donne che soffrono di “ciclo doloroso”

Il gruppo Ormesani, di Quarto d’Altino (Venezia), ha introdotto il congedo mestruale per tutte le dipendenti donne, che sono oltre la metà dei circa cento lavoratori del gruppo e occupano la metà dei ruoli dirigenziali. Una piccolo cambiamento aziendale che però significa molto per tutte le donne che soffrono di nausee, giramenti di testa o hanno patologie come l’ovaio policistico e l’endometriosi.
A cura di Biagio Chiariello
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Un giorno al mese di assenza retribuita per le dipendenti della Ormesani affette da ‘ciclo doloroso'. Una decisione assunta in assenza ancora di una legge che nel nostro Paese stabilisca questo diritto per chi è affetto da patologie come l'ovaio policistico o l'endometriosi di cui, secondo recenti stime, sarebbero colpite circa 3 milioni di donne in Italia.

Una scelta controcorrente, quella di questa azienda di spedizioni di Quarto D'Altino (Venezia), che introduce dunque di propria volontà il congedo mestruale.

La misura prevede un permesso al mese al 100 per cento dello stipendio e le lavoratrici non dovranno presentare alcun certificato medico, né tantomeno l'autorizzazione del responsabile dei reparti. Una formula basata sull’assoluta fiducia della proprietà nei confronti delle lavoratrici, pensata appositamente per tutelare la loro privacy.

L’azienda veneziana esperta in logistica, spedizioni e operazioni doganali, conta un centinaio di dipendenti dall’età media di 37 anni (di cui 59 donne) e quattro sedi tra cui Civitavecchia, Roma e Milano. Prima di istituire il congedo mestruale – spiega l'amministratore delegato, Martino Ormesani – è stato fatto un sondaggio interno. Le donne dipendenti dell'azienda sono una cinquantina, la metà delle quali occupa ruoli dirigenziali.

"Tutto è nato da un video sul tema che mia moglie ha visto in Instagram, postato in giugno da un’azienda di Milano, la Traininpink" racconta l'ad. Il passo, dai social all’applicazione concreta in azienda, è stato praticamente immediato.

"Ne abbiamo discusso con mio fratello e in azienda. Prima di introdurre l’iniziativa è stato fatto un sondaggio tra le dipendenti, per capire il livello di gradimento, visto che si tratta sempre di tempi un po’ delicati. Il risultato è stato di gran lunga favorevole. Ad agosto, quindi, siamo partiti”.

L'obiettivo di questa iniziativa, precisa Ormesani, è quella di favorire il benessere aziendale:

"Anche se c’è chi purtroppo ha avuto dei problemi simili, questa iniziativa non nasce ad personam. Io e mio fratello siamo entrambi sposati. In famiglia nessuno affronta queste difficoltà, il congedo è nato semplicemente come gesto che noi consideriamo umano nei confronti delle dipendenti che, al di là delle patologie, possono trovarsi in determinati momenti dell’anno, o per le ragioni più disparate, ad avere un ciclo più doloroso del solito"

Meglio un giorno di riposo a casa, che uno trascorso in ufficio con nausee, giramenti di testa e malesseri, con relative ripercussioni sulla qualità del lavoro:

"Sappiamo benissimo che una persona che viene in ufficio e che sta male non offre lo stesso livello di prestazione che può assicurare quando invece è in salute. Questo provvedimento quindi va a diretto beneficio delle dipendenti, e indirettamente anche a favore dell’azienda – prosegue Ormesani – chi lavora e sta bene, fa star bene anche i nostri clienti. Noi non produciamo beni ma servizi alle aziende che operano su mercati internazionali, è essenziale il benessere di chi lavora con noi. E questa è solo l’ultima delle nostre iniziative in questo senso".

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