Attentato alla cabina Enel, padre e figlio in manette

Padre e figlio sono stati arrestati dalla polizia questa mattina a Venezia con l'accusa di aver fatto saltare in aria una cabina dell'Enel nella zona commerciale di Mestre. A loro gli investigatori sono risaliti dopo che uno di loro si è recato in ospedale ferito. Come hanno ricostruito gli agenti della Digos, infatti, i due nella notte tra sabato e domenica armati di taniche di benzina hanno messo in atto il loro piano facendo saltare in aria la cabina elettrica che dava corrente all'intera area con l'intento di danneggiare un imprenditore locale. Durante l'attentato però qualcosa è andato storto e uno degli uomini coinvolti, il padre, è rimasto seriamente ferito. Arrivato in ospedale l'uomo avrebbe spiegato di essersi ferito con lo scoppio di una bombola ma la polizia lo ha smascherato dopo aver recuperato sul posto due taniche vuote sporche di benzina, un accendino macchiato di sangue e la targa di un'auto rubata.
Negozi senza corrente per ore – Secondo una prima ricostruzione dei vigili del fuoco riportata dai quotidiani locali, gli attentatori avrebbero usato troppa benzina per portare a termine il loro atto criminale finendo per ferirsi. Il carburante, infatti, non ha solo distrutto la cabina dei contatori ma i vapori della benzina una volta incendiati hanno polverizzato l'intera centralina. I due attentatori che avrebbero messo a segno il loro piano per vendetta nei confronti di un imprenditore per un presunto debito, hanno finito così per danneggiare decine di negozi e i centri commerciali della zona che sono rimasti senza energia elettrica per diverse ore.