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Asti, omicidio del tabaccaio Manuel Bacco: confermati in appello 30 anni per i 5 imputati

L’uomo, Manuel Bacco, era stato ucciso nel suo negozio il 19 dicembre del 2014. Il pm Laura Deodato aveva chiesto l’ergastolo per tutti gli imputati. L’autore dell’omicidio era stato incastrato dal dna sul passamontagna, poi gli inquirenti sono arrivati ai complici. Secondo gli inquirenti, quella rapina avrebbe dovuto essere la prima di una lunga serie.
A cura di Biagio Chiariello
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Sono stati condannati tutti a 30 anni di carcere, dalla Corte d’Assise d’appello di Torino, i cinque imputati per l’omicidio di Manuel Bacco, tabaccaio astigiano ucciso nel suo negozio il 19 dicembre del 2014. Lo ha deciso la Corte d’Assise d’appello di Torino che non ha accolto la richiesta del pm Laura Deodato di condannarli tutti all’ergastolo. Gli imputati sono Antonio Guastalegname, 52 anni, imprenditore di Castello di Annone (Asti), originario di Vibo Marina, Domenico Guastalegname, 27, di Vibo Marina, Giuseppe Antonio Piccolo, 29, di Nicotera (Vibo Valentia), Fabio Fernicola, 42, di Asti e Jacopo Chiesi, 27, pizzaiolo di Castello d'Annone, accusato di essere il responsabile materiale.

La rapina al tabaccaio fina in tragedia nel 2014

Secondo gli inquirenti, la rapina al tabaccaio astigiano avrebbe dovuto essere la prima di una lunga serie. Le cose, però, andarono diversamente: la banda era arrivata davanti in corso Alba a bordo di due auto, una Panda e una 500 noleggiate. In macchina erano rimasti i Guastalegname e Fernicola, che abitando in zona e frequentando la tabaccheria, avrebbe rischiato di essere riconosciuto. Ad entrare nel negozio Piccolo e Chiesi, entrambi con i volti occultati da cappucci e passamontagna. Alla vista dei rapinatori la moglie della vittima tentò una reazione: una reazione inaspettata che spinse il rapinatore a sparare e uccidere il tabaccaio. Il dna rivelo poi l'identità di uno degli arrestati, Chiesi, considerato l'autore dell'omicidio. Le successive indagini, con il supporto delle immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona e del tabaccaio, hanno permesso agli investigatori dell'Arma di risalire ai complici del giovane.

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