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Appendice al posto dell’uretere, primo intervento al mondo a Torino: bimba può tornare a fare pipì

L’intervento è stato effettuato dai medici dell’ospedale Infantile Regina Margherita della Città della Salute di Torino. La piccola è già tornata a casa e sta bene.
A cura di Davide Falcioni
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Un intervento chirurgico più unico che raro è stato effettuato  presso l'Urologia pediatrica dell'ospedale Infantile Regina Margherita della Città della Salute di Torino, dove per la prima volta al mondo a una bambina di appena due anni e mezzo è stato sostituito l'uretere con l'appendice. La piccola era nata con un rene solo, per di più affetto da una rara anomalia congenita. Ora l'urina passa regolarmente dal rene alla vescica attraverso l'appendice. L'operazione, giudicata dagli esperti "rivoluzionaria", è stato effettuata dal dottor Emilio Merlini, direttore di Urologia Pediatrica della dell'ospedale Regina Margherita di Torino. La piccola è nata con un solo rene, il sinistro, che presentava però un'anomalia congenita all'uretere, il condotto che unisce e trasporta l'urina dal rete alla vescica. I numerosi interventi a cui era stata sottoposta in un altro ospedale italiano per correggere questa anomalia non avevano avuto esito positivo, anche perché l'uretere della bimba andava incontro a un processo di atresia completa, riducendosi cioè a un sottile cordone fibroso.

Tutti i tentativi di sostituzione dell'uretere con l'appendice fatti in precedenza – non più di due o tre al mondo – erano stati casi di sostituzione parziale. Per la prima volta, però, i medici del Regina Margherita di Torino hanno asportato l'intera appendice e un piccolo tratto di parete dell'intestino cieco per poi collegarla al bacinetto del rene e alla vescica. La bambina, informa l'ospedale, è già tornata a casa e si sta riabituando a una vita normale, senza l'incubo di essere collegata al tubo esterno che ne garantiva la sopravvivenza. Quando è arrivata al Regina Margherita, infatti, il suo unico rene era drenato da un tubo che trasportava l’urina all’esterno del corpo: la sopravvivenza della bambina dipendeva da questo, ma era costantemente a rischio: un’ostruzione del tubo o una sua accidentale dislocazione o rimozione, avrebbero avuto come conseguenza immediata lo sviluppo di un'insufficienza renale acuta.

"Non c'è soddisfazione solo per l'intervento, ma anche per la collaborazione e la grande empatia coi genitori della bambina, molto felici del risultato. L'atteggiamento è fondamentale in questi casi, aiuta molto". Ad dichiararlo è Emilio Merlini, direttore di Urologia Pediatrica dell'ospedale Regina Margherita di Torino, che ha eseguito l'intervento "In letteratura – spiega – la stragrande maggioranza dei casi analoghi riguardano il rene destro. La grossa difficoltà di questo intervento è stata proprio quella di portare l'appendice, insieme a un piccolo tratto di parete dell'intestino cieco, dal lato destro, facendola passare sotto l'intestino, sino al lato sinistro della bambina, allungando quindi anche i vasi". "In quarant'anni di professione – aggiunge Merlini – è la prima volta che mi trovo costretto a utilizzare l'appendice per il rene sinistro. L'intervento è durato quattro ore e la degenza è stata regolare". Il primario poi è tornato a sottolineare "il supporto e la fiducia dei genitori, verso di me e tutta la mia equipe, con cui ho seguito la bambina nel post-operatorio, dopo avere eseguito personalmente l'intervento".

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