Anziana morta dopo la spinta a Genova, caccia all’uomo che le ha detto: “Sei lenta, mi intralci, spostati”

"Mentre camminavo in piazza Galileo Ferraris un uomo con gli occhi azzurri mi ha spinto a terra dopo avermi detto di spostarmi, perché ero lenta e lo intralciavo". Sono le parole pronunciate da Graziella Trevisan, 78 anni, morta, sabato scorso, in ospedale a Genova, tre mesi dopo era stata spintonata mentre aveva i sacchetti della spesa, cadendo a terra e battendo la testa.
All’inizio l'anziana non aveva saputo spiegare l’origine della ferita ma dopo una settimana aveva detto di ricordare tutto: qualcuno l'avrebbe spinta perché si muoveva troppo lentamente. Per questo i poliziotti stanno cercando qualcuno che abbia assistito alla scena e possa così aiutare a fare luce su quanto successo. Il pubblico ministero Daniela Pischetola ha aperto un’inchiesta per omicidio preterintenzionale, con l’obiettivo di risalire all’identità dell’uomo che l’avrebbe disarcionata.
Gli agenti del commissariato di San Fruttuoso, che cercano ancora testimoni, hanno interrogato diversi anziani che al mattino passano il tempo seduti sulle panchine di piazza Ferraris. Anche perché Graziella era comunque riuscita a tornare a casa da sola, per poi essere soccorsa dall’addetta alle pulizie del suo condominio e trasportata all’ospedale San Martino. Quindi l'ipotesi degli inquirenti è che qualcuno l'abbia aiutata ad alzarsi dopo la botta.
Qualche giorno fa il medico legale Francesca Fossati ha eseguito l’autopsia sul corpo dell'anziana, nel corso della quale sono stati rilevati segni compatibili con la ferita prodotta dalla caduta. È evidente però che ogni accertamento è reso molto complicato dall’intervallo di tempo trascorso fra la caduta e il decesso della settantottenne.