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Alunni di terza media esentati da lezioni sulla Divina Commedia perché musulmani: scatta l’ispezione

Il caso di due alunni di terza media esentati dalle lezioni sulla Divina Commedia di Dante in quanto musulmani. Per loro l’insegnante ha organizzato un programma parallelo alternativo, dedicato a Boccaccio. Il Ministro Valditara annuncia ispezione a scuola ma la preside avverte: “Non sapevo nulla di questa storia”.
A cura di Antonio Palma
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Due alunni di una scuola media trevigiana sono stati esentati dalle lezioni sulla Divina Commedia di Dante perché musulmani.  Si tratta di due ragazzini di una terza media le cui famiglie avrebbero chiesto di evitare di parlare di un argomento a sfondo religioso dopo essere state interpellate in merito dalla stessa scuola. Come ricostruito dai quotidiani locali, infatti, il caso sarebbe nato dallo scrupolo della professoressa che avrebbe scritto alle famiglie dei ragazzini già esentati dall'ora di religione, spiegando loro che l’argomento in questione trattava Purgatorio e Paradiso e Inferno, dove Dante incontra anche Maometto.

Le famiglie dei due ragazzini in questione avrebbero quindi risposto, chiedendo una esenzione sul tema per incompatibilità religiosa. Una richiesta infine accolta dall'insegnante ma pare non dalla preside che dice di no saperne nulla. Gli alunni quindi sono stati esentati dallo studiare la Divina Commedia e da eventuali interrogazioni e compiti sul tema ma per loro è scattato un programma alternativo, disposto dalla stessa professoressa e dedicato a Boccaccio.

Il caso inevitabilmente ha scatenato una valanga di polemiche politiche, facendo scattare anche una ispezione ministeriale nella scuola. Interpellato sul caso, infatti, il ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha annunciato di aver già dato mandato per l’invio degli ispettori nell’istituto trevigiano. “Abbiamo disposto un'ispezione per verificare come stanno effettivamente i fatti: oggettivamente un'esclusione dal programma scolastico di uno dei pilastri della nostra letteratura e della nostra storia, per motivi religiosi, culturali, di doglianze di qualche famiglia, non abbiamo ben capito, è del tutto inammissibile" ha spiegato Valditara.

Allo stesso modo la pensa Simona Malpezzi, senatrice Pd e vice presidente della Commissione bicamerale Infanzia e adolescenza che ha scritto: “Se fosse vero sarebbe profondamente sbagliato. Conoscere Dante non toglie nulla alla confessione religiosa dei ragazzi ma aggiunge molto alla conoscenza della cultura italiana. Integrazione si fa per aggiunta, mai per sottrazione. Studiare i padri della nostra letteratura non toglie nulla rispetto alla cultura altrui".

Contrario anche il sindaco di Treviso che ha commentato così il caso: "Togliere dal percorso didattico Dante Alighieri è un passo indietro, verso la divisione e l'esclusione della nostra cultura, cosa che ritengo sbagliatissima. Preferisco venga tolto tempo a TikTok e ai social rispetto a Dante. Meno telefonini e più Divina Commedia".

"Sto cercando di chiarire cosa sia accaduto, è un errore affermare c'è stato un via libera, non sapevo nulla di questa storia" tiene però a precisare la preside della scuola che ora dovrà affrontare anche l'ispezione disposta dal ministro Giuseppe Valditara. "Sto cercando di fare chiarezza con i docenti coinvolti" ha aggiunto al dirigente scolastica.

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