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Alghero, il presagio di Michela: “Se mi succede qualcosa i bimbi devono stare con mia madre”

Michela Fiori, la 40enne madre di due figli uccisa dal marito Marcello Tilloca, lo scorso 23 dicembre, sapeva di essere in pericolo. Oltre a essersi rivolta a un centro per donne maltrattate, la giovane mamma di Alghero aveva fatto un triste ‘passaggio di consegne’: “Se mi succede qualcosa i bimbi devono stare con mia madre”.
A cura di Angela Marino
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"Se mi dovesse succedere qualcosa, cercate di fare di tutto perché i miei figli possano andare a stare con mia mamma". È il presagio di Michela Fiori, 40 anni, la giovane mamma di due figli uccisa dal marito ad Alghero (Sassari) a poche ore dalla vigilia di Natale. Michela, come era già emerso, si sentiva in pericolo e temeva che suo marito potesse farle del male e lui, alla fine, l'ha uccisa con le sue mani. Michela è morta nell'appartamento in cui viveva con Marcello Tilloca, 42enne senza un lavoro fisso e con il demone del gioco. L'uomo, reo confesso, ha ucciso Michela strangolandola, per poi chiamare il suo avvocato. È accaduto tutto la sera del 23 dicembre ad Alghero, intorno alle 19, quando, su consiglio del legale, Tilloca ha deciso di costituirsi ammettendo le proprie responsabilità. "Ci stavamo separando" ha detto per contestualizzare il gesto che ha lasciato orfani i due figli di 11 e 13 anni.

Michela lo aveva previsto, tanto da arrivare a dichiarare " voglio che i bambini stiano con mia madre". Per i piccoli deciderà il tribunale, quanto a Tilloca, invece, l'accusa è di omicidio volontario. All'ex carrozziere al momento non è stata contestata l'aggravante della premeditazione. L'uomo aveva già un mostrato un lato violento, tanto che la stessa Michela si era rivolta a un centro di sostegno per donne maltrattate appena 15 giorni prima dei fatti. La donna, operatrice per una Cooperativa che si occupa di assistenza domiciliare per conto del Comune, aveva deciso di lasciare Tilloca, l’aveva mandato via di casa, aveva cambiato le chiavi del portone, l’aveva denunciato per tentata estorsione dopo che il Tilloca aveva cercato di ottenere dei soldi da lei fingendo il furto del telefonino del figlio e chiedendo il ‘riscatto' da un numero anonimo.

Michela, però, aveva sempre messo al primo posto il benessere dei propri figli, ai quali voleva risparmiare il dolore di vedere il proprio additato come un uomo violento e prevaricante. Fino all'ultimo, raccontano le persone vicine, ha sperato di poter gestire la vicenda senza coinvolgere giudici e tribunali, anche se la consapevolezza di essere in pericolo, l'aveva maturata da tempo.

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