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Alessandro Parini morto nell’attentato a Tel Aviv, l’amica: “La mamma gli aveva chiesto di non partire”

La madre di Alessandro Parini gli aveva chiesto di non partire per Tel Aviv, preoccupata dagli attentati. Lui, però, desiderava partire da tanto tempo e si era fatto accompagnare in aeroporto.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Alessandro Parini
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"La mamma gli aveva detto di non partire, che era pericoloso. Che c'entrava lui? Che c'entravamo noi?". A parlare è un'amica di Alessandro Parini, il giovane italiano morto in un attentato a Tel Aviv, in Israele. "Alessandro aveva scherzato sugli attentati, sui missili. Con la mamma diceva che li avevano intercettati. Intercettati un cavolo" continua la giovane sulle pagine del quotidiano la Repubblica. Annamaria è ancora incredula per quanto successo all'avvocato 30enne nella serata di venerdì. Il giovane era partito insieme ad altri 4 amici per raggiungere altri due ragazzi a Tel Aviv e passare insieme qualche giorno per visitare la città. Un gruppo affiatato, racconta, che da sempre aveva la passione per i viaggi in comune.

Alessandro Parini
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Le dinamiche dell'accaduto sono ancora tutte da accertare, ma sul corpo dell'avvocato italiano non sarebbero stati trovati proiettili. Secondo quanto raccontato da un amico, il gruppo aveva lasciato l'albergo intorno alle 21 per una passeggiata lungo il viale. Alessandro camminava insieme a una ragazza e al suo migliore amico, quando all'improvviso ha visto spuntare una Kia bianca a tutta velocità sulla strada. "Abbiamo sentito il rombo dell'auto e poi abbiamo sentito gli spari. Ci siamo dispersi, quando siamo tornati indietro abbiamo visto Alessandro steso a terra nel sangue".

A terra però vi erano anche altri due ragazzi, Roberto e Luca, rimasti feriti. Tutti e tre sono stati caricati in ambulanza per essere trasportati in ospedale, ma Parini è morto durante il tragitto. "Era contento – ha raccontato la mamma Nicoletta dopo la tragedia -. Quando l'ho accompagnato all'aeroporto era felice, aveva programmato questo viaggio da tanto e amava viaggiare. Volevamo andare da lui a Tel Aviv, ma ci hanno detto di restare qui. Ora speriamo di poterlo riavere a casa al più presto".

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