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Agrigento, omicidio Salvatore Lupo davanti al bar: “Killer ha agito a volto scoperto”

Secondo le prime ricostruzioni effettuate, Salvatore Lupo è morto in un bar di Favara per mano di un killer che ha agito a volto scoperto. L’assassino ha infatti esploso tre colpi di pistola contro l’ex politico locale senza indossare nulla che potesse comprometterne il riconoscimento. Il titolare del locale però, ancora sotto shock, non ha saputo fornire elementi per l’individuazione.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Ucciso da un sicario che, secondo le prime ricostruzioni effettuate dalle forze dell'ordine, sarebbe entrato nel bar di Favara a volto scoperto. Salvatore Lupo, 45enne ex  presidente del consiglio comunale, era un imprenditore nel settore delle residenze per anziani. Nella giornata di ieri 15 agosto, è stato fermato e ucciso all'interno di un locale in via IV Novembre, proprio sulla porta del bagno. Il movente sarebbe da ricercare in dissidi familiari legati anche a forti questioni economiche. Per il momento si indaga principalmente nell'ambito dei parenti mentre, dall'altro lato, si cerca di ottenere ulteriori informazioni sul sicario che avrebbe agito indisturbato sotto gli occhi del barista ora sotto shock. Il titolare del locale, infatti, non è riuscito a fornire alcun elemento di riconoscimento del killer. L'uomo ha sparato contro il politico locale tre colpi di pistola. Le pallottole lo hanno colpito alla testa, uccidendolo sul colpo.

Salvatore Lupo era arrivato al bar da pochi minuti, intorno alle ore 18.00. Appariva visibilmente preoccupato secondo gli avventori e subito aveva chiesto al proprietario dell'attività commerciale di andare in bagno. L'ipotesi più accreditata è quella di una spedizione punitiva programmata da tempo. Le indagini puntano a chiarire principalmente questo aspetto per ricostruire i movimenti della vittima e delle persone che aveva intorno. Salvatore Lupo era stato presidente del Consiglio comunale di Favara nel 2015 e ha mantenuto il ruolo fino allo scorso mandato. Era rimasto coinvolto nel 2015 nell'inchiesta "Catene spezzate" che ipotizzava maltrattamenti ai danni di persone fragili ospiti di una delle sue strutture per anziani. Lo scorso 20 maggio era stato rinviato a giudizio insieme ad altri 7 imputati. Lupo era coinvolto anche nella vicenda giudiziaria "Stipendi spezzati" che ipotizzava invece l'applicazione del pizzo sulla busta paga dei dipendenti.

La lite pregressa davanti al bar

Il bar del delitto era un luogo frequentato abitualmente dalla vittima e dalla sua famiglia. Proprio qui infatti, appena qualche settimana prima dell'omicidio, ci sarebbe stata una discussione accesa tra l'ex presidente del consiglio comunale e un familiare. Per questo motivo, gli agenti sono all'opera per acquisire le immagini delle videocamere di sorveglianza, nella speranza di ricostruire la dinamica di un agguato programmato nel dettaglio. Al momento non ci sono sospettati e diversi parenti della vittima sono stati ascoltati dalle autorità.

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