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A causa del lockdown non paga l’affitto dell’hotel che gestisce a Rimini: giudice gli dà ragione

Non riuscendo a pagare l’affitto dell’hotel che gestisce a Rimini a causa del lockdown, ha chiesto lo sconto al proprietario dell’immobile che ha rifiutato. Ma poi il giudice ha dato ragione all’albergatore. La sentenza del Tribunale di Rimini è frutto di un’azione legale chiesta d’urgenza dall’avvocato Massimiliano Angelini, difensore di un riminese che gestisce un albergo sul lungomare di Marina Centro.
A cura di Susanna Picone
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Con gli hotel chiusi per mesi durante il lockdown causato dalla pandemia di coronavirus un albergatore, non riuscendo a pagare l’affitto della struttura che da fine dello scorso anno gestiva a Rimini, ha chiesto lo sconto al proprietario dei muri. Questo ha rifiutato, ma il giudice alla fine ha dato ragione all’albergatore. La sentenza del Tribunale civile di Rimini, stando a quanto riporta la stampa locale, è il frutto di un'azione legale chiesta d'urgenza dall'avvocato Massimiliano Angelini, difensore dell'albergatore riminese che gestisce un importante albergo sul lungomare di Marina Centro. Il contratto di locazione prevede come garanzia assegni bancari postdatati per un totale di 100.000 euro, che, secondo l'albergatore dovevano essere scontati del 50 percento a causa del lockdown e il blocco delle attività.

La decisione del giudice del Tribunale civile di Rimini

Dopo aver impugnato il rifiuto del proprietario dell'immobile, l’albergatore ha avuto ragione in tribunale: il giudice dopo aver esaminato il ricorso e ascoltato la controparte ha infatti intanto bloccato la possibilità di incasso di tutti gli assegni dati in garanzia e il deposito cauzionale, rimandando al prossimo mese una successiva valutazione. "Il giudice riminese, che ha inteso favorire la ripresa dell'attività economica, interpretando e applicando l'articolo 91 del decreto ‘Cura Italia' – è quanto ha spiegato l'avvocato Angelini -, giustifica il congelamento della situazione di fatto anche con la mancanza di una conciliazione in buona fede tra le parti per una soluzione condivisa". Tutto per ora è stato rinviato fino al prossimo 5 giugno, giorno in cui è stata fissata la discussione dell’udienza.

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