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Ancora proteste in Afghanistan, i manifestanti tentano l’assalto alla sede Onu

Continuano per il quinto giorno consecutivo le proteste nel Paese scatenate dal rogo di alcune copie del Corano a Bagram. Si registrano oggi nuove vittime e feriti e la tensione continua a essere alta in molte zone del Paese. A Kunduz le forze di polizia hanno ucciso tre persone.
A cura di Susanna Picone
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Continuano per il quinto giorno consecutivo le proteste nel Paese scatenate dal rogo di alcune copie del Corano a Bagram. Si registrano oggi nuove vittime e feriti e la tensione continua a essere alta in molte zone del Paese. A Kunduz le forze di polizia hanno ucciso tre persone.

Non accennano a diminuire le proteste degli afghani in corso ormai da cinque giorni a causa dell’episodio avvenuto nella base militare americana di Bagram dove sono state bruciate, dicono gli americani “per errore”, alcune copie del Corano ed altro materiale islamico. Secondo gli americani, che non hanno esitato a chiedere scusa al “nobile popolo afghano”, quei Testi Sacri venivano utilizzati dai prigionieri talebani per mandarsi messaggi ma le scuse rivolte all’Afghanistan non hanno avuto gli effetti sperati. Le proteste, istigate anche dall’invito ad “uccidere gli invasori” dei talebani, sono violente e contano ormai almeno 29 vittime e diversi feriti. Solo nella giornata di ieri sono morte 12 persone quando le proteste anti-Usa e contro il governo di Kabul si sono scatenate al termine della Preghiera del venerdì.

Morti e feriti anche oggi – Nella giornata di oggi la tensione è alta in particolare a Kunduz, nel nord del Paese, dove alcuni manifestanti hanno circondato il complesso dell’Onu e hanno tentato un assalto all’edificio. Le forze di sicurezza hanno sparato contro almeno tre manifestanti mentre questi cercavano di dare fuoco a negozi ed edifici. Altre proteste sono in corso nella provincia di Logar, nell’est dell’Afghanistan, nella provincia di Nangarhar, in quella centrale di Sari Pul e in quella nord-orientale di Laghman. Al momento si registrano diversi feriti e, come ha spiegato il vice governatore di Laghman, Jamyatullah Hameedi, “i manifestanti hanno scatenato una sassaiola contro la polizia e contro la sede del governatorato”. Le forze di sicurezza stanno lavorando per riportare la situazione sotto controllo. Nella capitale Kabul invece oggi la tensione sembra minore rispetto ai giorni precedenti.

Dopo la morte dei due militari americani Allen incontra i soldati – Il rogo del Corano in Afghanistan sta facendo registrare la perdita di molti afghani ma tra le vittime ci sono anche dei militari americani. Due di loro sono morti, infatti, nei giorni scorsi durante le manifestazioni e in seguito a questo episodio il comandante della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza, il generale John Allen, ha incontrato i soldati nella base di Kabul per ricordare il senso della loro missione in Afghanistan e soprattutto il motivo della loro presenza nel Paese: “Siamo qui per i nostri amici”, il messaggio lanciato ai soldati.

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