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Ancona, autopsia sul bambino ucciso dal padre: “Soffocato in pochi secondi”

Hamid Imeri, 5 anni, è stato soffocato dal padre, un 27enne con gravi problemi di depressione: secondo il medico legale, tuttavia, non si possono escludere patologie come concausa della morte.
A cura di Davide Falcioni
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Hamid Imeri, il bambino di 5 anni che il padre Besart ha ammesso di avere ucciso, senza saperne spiegare il motivo, è morto per asfissia. L'autopsia del medico legale Mauro Pesaresi non ha sciolto però tutti i dubbi. Non sono evidenti segni esterni di violenza: l'uomo, un disoccupato macedone di 27 anni, in cura per depressione, padre di un altro bimbo piccolo e con la moglie in attesa di un terzo figlio, avrebbe soffocato Hamid tappandogli naso e bocca e la morte sarebbe sopraggiunta nel giro di pochi secondi, senza possibilità di reazione.

Gli inquirenti a questo punto devono verificare alcuni punti del racconto di Besarti. E il medico legale non esclude neppure l'ipotesi di eventuali patologie come concausa di morte. Per questa ragione sono previsti approfondimenti sugli esami istologici, alla presenza (come durante l'autopsia) del perito della difesa Raffaello Sanchioni. La Procura di Ancona procede per omicidio volontario aggravato.

Besart Imeri, il disoccupato macedone di 27 anni, che il 4 gennaio ha ucciso il figlio, da tempo era in cura per una forte depressione con sbalzi di umore. L'uomo ha assassinato il piccolo Hamid appena saliti in macchina per fare una passeggiata: agli inquirenti ha raccontato di essersi sentito "posseduto da qualcosa, forse un'entità soprannaturale", che lo ha lasciato una volta morto il bimbo. Il gip ha convalidato l'arresto, Besart resta in carcere. L'avvocato Sebastianelli, che ha chiesto il trasferimento di Besart in una struttura per malati di mente, respinta dal gip, non esclude la possibilità di chiedere anche una perizia psichiatrica, in considerazione del racconto fatto da 27enne.

L'assassino nei giorni scorsi ha ribadito di fronte al giudice di avere avuto rapporti sempre sereni con la sua famiglia e gli altri parenti, parlando però di una forte depressione legata alla perdita del lavoro qualche mese fa che non lo faceva dormire e per la quale era in cura presso gli psichiatri dell'ospedale di Jesi assumendo psicofarmaci.

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