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Al via conferenza su Libia, Conte: “Sarraj e Haftar devono accettare compromessi per Paese stabile”

A Palermo prende il via la Conferenza sulla Libia, organizzata dal governo italiano. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, si pone l’obiettivo di una stabilizzazione nel Paese attraverso un compromesso: “La visione di Haftar non è certamente coincidente con quella del presidente Sarraj, ma non significa che sia aprioristicamente esclusa la possibilità di individuare un percorso dove convogliare le diverse istanze”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Oggi prenderà il via a Palermo la Conferenza per la Libia, sotto la guida del governo italiano di Giuseppe Conte. Una due-giorni che ha l’obiettivo di mettere insieme tutte le posizioni in campo per una stabilizzazione della Libia in vista delle elezioni generali che si terranno nel 2019. A parlare della Conferenza, in un’intervista a La Stampa, è il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Che punta su una conciliazione, un compromesso, tra Haftar e il presidente Sarraj. Conte vorrebbe un “patto tra avversari”, ma al momento non è nemmeno certo della presenza di Haftar a Palermo. “Mi aspetto che Haftar sia presente – afferma –. La sua visione non è certamente coincidente con quella del presidente Sarraj, ma non significa che sia aprioristicamente esclusa la possibilità di individuare un percorso dove convogliare le diverse istanze. Mandela ha osservato che il compromesso è l'arte della leadership e i compromessi si fanno con gli avversari, non con gli amici”.

Il processo di pacificazione è però complicato e gli avversari sono molti: “Gli oppositori sono tali fintanto che vi sarà spazio per agende nascoste e interessi contraddittori. Abbiamo promesso un evento inclusivo e stiamo parlando con tutti: con pragmaticità ma anche estrema chiarezza. Ho incontrato di persona, e a lungo, tanto Sarraj che Haftar. Ho raccolto forti incoraggiamenti e testimonianze di stima che mi confortano nella strada intrapresa. A dispetto delle speculazioni e dei facili giudizi, non stiamo improvvisando e non coltiviamo ambizioni velleitarie, ma credo che l’Italia abbia la responsabilità e la capacità di svolgere un ruolo utile in questo processo così come nell’intera area mediterranea. Ripeto, utile: nessuno vuole fare pedagogia politica o, peggio, velleitarie forme di tutoraggio. Intendiamo aiutare in un percorso e non dettare soluzioni. Tanto meno imporle”.

L’Italia e la comunità internazionale sostengono l’operato dell’Onu, secondo quanto ribadito da Conte che sottolinea come sia necessario “superare lo stallo in cui versa da tempo il processo politico libico”. “La Conferenza – prosegue il presidente del Consiglio – dedicherà particolare attenzione al tema della sicurezza, sia a Tripoli sia in altre parti del territorio. La sicurezza è una precondizione necessaria per assicurare la stabilità del Paese. È fondamentale cogliere questa opportunità per sostenere il cessate-il-fuoco, facilitare le discussioni per l’attuazione dei nuovi assetti di sicurezza a Tripoli e dimostrare la determinazione della comunità internazionale a sostenere la creazione e il dispiegamento di forze armate e di sicurezza regolari”.

Conte commenta anche l’assenza dei grandi leader internazionali alla Conferenza di Palermo, a partire da Trump, Putin, Macron e Merkel: “Abbiamo preparato questa iniziativa con determinazione e convinzione e continueremo con lo stesso spirito anche in seguito. Non intendiamo questa Conferenza come una vetrina o l’occasione di una photo opportunity. Ho parlato con molti leader internazionali, molti di più di quelli da lei citati, e da tutti ho raccolto interesse e sostegno, a prescindere dalle singole partecipazioni. I Paesi che cita saranno presenti e a livello più che adeguato. Non esito a definirmi soddisfatto che il nostro Paese abbia coagulato tanti – e indispensabili – partner intorno ad un tavolo dove i protagonisti saranno i libici”.

Per Conte rimane fondamentale sia il ruolo della Francia, e con Macron “vi è sintonia di vedute sugli aspetti di fondo e su obiettivi condivisi”, sia quello della Russia che “può dare un contributo importante” per la stabilità della Libia. Altra questione da affrontare è quella dell’ambasciatore Perrone, non ancora tornato in Libia: “Dopo Palermo faremo una valutazione definitiva e assumeremo una decisione, non più differibile”.

Il giudizio di Conte sulla Tav

Durante l’intervista Conte parla anche della Tav, dopo la manifestazione di sabato a Torino in favore dell’alta velocità: “Il dossier dell’alta velocità sarà esaminato con cura come fatto su Ilva e Tap”, assicura. E la piazza di sabato “sicuramente va ascoltata. A breve si concluderà la valutazione costi-benefici che stiamo effettuando al fine di pervenire alla decisione finale migliore per i cittadini”. Conte respinge “le polemiche politiche che vorrebbero accreditare questo governo come il governo che sa opporre solo dei no. Anche sui grandi progetti abbiamo dimostrato grande senso di responsabilità. Pensiamo all’Ilva dove il ministro Di Maio, a gara aggiudicata e chiusa, è riuscito a ottenere un impensabile miglioramento dell’offerta”.

Sull’alta velocitàstiamo verificando tutto il progetto, a partire dall’attualità delle previsioni fatte quasi 10 anni fa e dell’utilità dell’opera in termini di sicurezza, qualità, efficienza. Assumeremo la decisione finale con senso di responsabilità, nell’interesse dei cittadini”. “Si parte dallo studio dello stato dell’arte – conclude Conte – poi prenderemo in esame la politica e faremo una sintesi finale. Se ci sono 10mila, 20mila o 40mila cittadini che chiedono attenzione ci mancherebbe che la politica non li considerasse. Soprattutto quando si esprimono in modo educato e composto”.

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