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Abusata dal marito della nonna ma le impedisco l’aborto: 11enne costretta al cesareo

Il caso della ragazzina stuprata dal marito della nonna ha riacceso il dibattito sull’aborto in Argentina, un Paese con una delle legislazione più restrittiva in termini di interruzione di gravidanza. La piccola aveva chiesto di poter abortire ma tra opposizione dei medici e cavilli burocratici lo hanno impedito, costringendola a un cesareo prematuro.
A cura di Antonio Palma
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A soli 11 anni non solo è stata costretta a subire uno stupro in casa dal marito della nonna poi, quando si è scoperto che a causa della violenza del 65enne era rimasta anche incinta, si è trovata di fronte anche un muro di burocrazia e ottusità e che infine l'ha costretta anche a subire un parto cesareo a 23 settimane di gravidanza. È la terribile storia di abusi arriva dal Sud America e ha riaperto il dibattito sull'aborto in Argentina, un Paese con una delle legislazione più restrittiva in termini di interruzione di gravidanza. La ragazzina e sua madre, residenti nella provincia di Tucumán, avevano presentato una richiesta di aborto dopo aver scoperto la sua gravidanza, ma prima i dottori che hanno invocato il loro diritto all'obiezione di coscienza e poi una serie di cavilli burocratici hanno impedito che la piccola potesse abortire nei termine previsti.

Alla fine si è dovuto precedere a un cesareo prematuro perché, per stessa ammissione dei medici, il suo corpo non era ancora perfettamente formato per poter accogliere un bimbo. Il caso ha scatenato indignazione in tutto il paese sudamericano dove in molti affermano che di fatto la bimba è stata costretta a partorire. Tantissime le organizzazioni femministe che hanno accusato il governo locale di aver interferito volutamente.  "Voglio che togliete dalla mia pancia ciò che il vecchio ci ha messo" aveva scritto la piccola in un messaggio a corredo dell'istanza di aborto ma nemmeno questo è servito a rompere quel muro di fronte al quale si è imbattuta la sua famiglia. Le autorità si sono giustificate sostenendo di aver messo in atto "le procedure necessarie per salvare entrambe le vite". La neonata di cinque mesi infine è stata estratta vivo e posto in una incubatrice, pesa 500 grammi.

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