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Abu Omar: l’accusa chiede 12 anni per Pollari e 10 per Mancini

Al nuovo processo d’Appello per gli ex vertici del Sismi sulla vicenda del rapimento dell’imam, il pg di Milano ha chiesto una condanna a 12 anni per Nicolò Pollari e a 10 per il suo vice Marco Mancini. Sono imputati con l’accusa di sequestro di persona.
A cura di Susanna Picone
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Al nuovo processo d’Appello per gli ex vertici del Sismi sulla vicenda del rapimento dell’imam, il pg di Milano ha chiesto una condanna a 12 anni per Nicolò Pollari e a 10 per il suo vice Marco Mancini. Sono imputati con l’accusa di sequestro di persona.

Una condanna a 12 anni di reclusione per l’ex capo del Sismi Nicolò Pollari e un’altra a 10 anni per il suo vice Marco Mancini: sono queste le richieste che il sostituto procuratore generale di Milano, Pietro De Petris, ha avanzato al termine della sua requisitoria al processo d’appello sul sequestro dell’imam Abu Omar. Il sostituto pg ha chiesto anche 8 anni per gli altri tre dirigenti dei servizi segreti a processo per il rapimento dell'ex imam. Pollari e Mancini, ex vertici del Sismi, sono imputati con l’accusa di sequestro di persona: il processo in primo grado si è concluso con una sentenza di “non doversi procedere” nei loro confronti dopo che la presidenza del Consiglio del ministri aveva opposto il segreto di Stato sull’attività dei vertici dei servizi segreti militari. Venerdì scorso la corte d’Appello del capoluogo lombardo ha condannato a sette anni di reclusione l’ex capo della Cia in Italia, Jeff Castelli mentre nel settembre scorso la Cassazione ha condannato altri 23 uomini della Cia coinvolti nel rapimento.

Le dichiarazioni spontanee dei due imputati – Abu Omar raccontò di essere stato torturato nel corso degli interrogatori e di essere stato detenuto per due anni senza che gli venissero formalizzate accuse. L’imam, all’epoca del rapimento, era imputato a Milano per terrorismo internazionale. Prima della richiesta dell’accusa Pollari ha rilasciato alcune dichiarazioni spontanee: “Confermo la mia assoluta estraneità e quella del Sismi ai fatti contestati, estraneità provata negli atti e conosciuta dai governi e dagli organi parlamentari”. L’ex vertice del Sismi ha chiesto anche se “esiste un organo che possa sciogliere il segreto” per dargli la possibilità di difendersi. Anche Marco Mancini ha ribadito in aula la sua innocenza nel caso del rapimento dell’ex imam e ha detto che il segreto di Stato non gli consente di difendersi adeguatamente perché dovrebbe parlare delle sue attività e di quelle degli appartenenti al Sismi, insomma – ha affermato – “dovrei riferire fatti coperti da segreto”.

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