video suggerito
video suggerito

A Vicofaro la “Pizzeria del rifugiato”: così don Biancalani dà lavoro a 12 immigrati

L’idea di don Massimo Biancalani, il prete da mesi al centro di attacchi e minacce per aver postato su Facebook le foto di alcuni migranti in piscina. Nella pizzeria lavorano il sabato sera 12 migranti: non c’è una tariffa, il tutto è a offerta libera.
A cura di Susanna Picone
26 CONDIVISIONI
Immagine

A Vicofaro, nel pistoiese, il sabato sera è possibile mangiare una pizza presso quella che è stata chiamata la “Pizzeria del rifugiato”, un locale dove al lavoro ci sono dodici giovani immigrati africani, ragazzi arrivati in Italia dalla Guinea, dal Gambia, dalla Costa d’Avorio e dalle Nigeria. A dar vita a questa nuova pizzeria nei locali della parrocchia è stato don Massimo Biancalani, il prete criticato nei mesi scorsi dai militanti di Forza Nuova dopo aver postato su Facebook la foto di alcuni migranti portati a trascorrere una giornata in piscina. Si trattava di un premio per quei ragazzi che avevano lavorato gratuitamente come cuochi e camerieri in una Onlus, ma il sacerdote è stato attaccato pesantemente e anche minacciato per il suo gesto. Ma il prete toscano non si è fatto sicuramente intimidire dalle polemiche e dalle critiche. Don Biancalani ha spiegato la sua idea di una pizzeria a ilfattoquotidiano.it: “Questo progetto è l’esito di un percorso. I ragazzi hanno fatto il patentino per la manipolazione dei cibi, un corso per l’avviamento alla ristorazione. La pizzeria vuole essere un modo reale per creare attività lavorativa per questi ragazzi e contemporaneamente fargli fare esperienza e apprendimento affinché un domani possano presentarsi sul mercato del lavoro con una professionalità”.

Non c'è una tariffa, il tutto è a offerta libera e i soldi vanno ai ragazzi – A fare le pizze e a servire in sala ci sono, appunto, dodici immigrati africani. Nei giorni scorsi il sacerdote ha fatto pubblicità su Facebook alla "pizzeria del rifugiato" e l’invito per il momento sembra funzionare: durante le prime tre aperture sono arrivati una cinquantina di clienti. L’unica differenza da qualsiasi altra pizzeria è che non c’è una tariffa ma tutto è a offerta libera: “Il guadagno viene ripartito tra i ragazzi che hanno lavorato. Gli immigrati questi soldi li mandano a casa loro: accogliendo qui si aiuta anche là”, ha spiegato ancora il parroco che ora punta ad aprire anche altre sere.

Video thumbnail
26 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views