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Ok a fiducia su dl Pa: stop controlli della Corte Conti su Pnrr. Fitto: “Nessuna deriva autoritaria”

Approvata alla Camera la fiducia al decreto sulla Pa, che contiene anche l’emendamento del governo che limita il controllo concomitante della Corte dei Conti sul Pnrr.
A cura di Annalisa Cangemi
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È stata appena approvata nell'Aula della Camera la fiducia al decreto sulla Pubblica Amministrazione, recante disposizioni urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle amministrazioni pubbliche: 203 i voti favorevoli, 134 i contrari e 3 astenuti. Il voto finale sul provvedimento dovrebbe tenersi domani. Il decreto, che dovrà poi passare al Senato, deve essere convertito in legge entro il 21 giugno.

All'interno del decreto ci sono le discusse norme, invise ai magistrati contabili e alle opposizioni, che escludono la Corte dei Conti dai controlli sul Pnrr, oltre a prorogare lo scudo erariale, fino al 30 giugno 2024, con il non riconoscimento del danno erariale nei casi di colpa grave del funzionario.

"Avete preferito alimentare lo spettro del nemico solo per distrarre l'attenzione sui ritardi sull'attuazione del Pnrr. Avete usato questo decreto come cavallo di Troia per mettere il bavaglio a chi vi richiama alla responsabilità. Agitate il caprio espiatorio per nascondere la vostra incapacità. Non vi permetteremo di giocare a nascondino con il Pnrr. È un bene comune del nostro Paese", ha detto la dem Simona Bonafè, annunciando, in Aula, il voto contrario alla fiducia posto dal governo al decreto Pa. "È grave che questa maggioranza proceda imperterrita senza ascoltare le parole della presidente della Repubblica" sulla decretazione d'urgenza, ha poi sottolineato.

"Questo decreto vi è servito per eliminare il controllo concomitante della Corte dei Conti sul Pnrr. Cioè quello più utile. Quello che permette di individuare i problemi e aiuta a garantire trasparenza. La realtà è che costruite nemici per la vostra propaganda. E lo fate solo perché vi serve distrarre l'opinione pubblica dai problemi che non riuscite a risolvere", ha detto Dario Carotenuto (M5s), componente della Commissione lavoro della Camera, annunciando il voto contrario del M5S alla fiducia sul dl Pa a Montecitorio.

"‘Meloni e il nemico immaginario' è il titolo di una serie tv in cui avete deciso di catapultare il Paese. Mi chiedo e chiedo a quest'aula: come è anche lontanamente accettabile e giustificabile quello che la presidente del consiglio ha detto durante la sua campagna elettorale in Sicilia? Se rivendicate l'eredità morale di Paolo Borsellino non potete parlare nella sua terra delle tasse come pizzo di Stato. Giorgia Meloni dovrebbe chiedere scusa per quella affermazione. Il problema di cui dovreste occuparvi, di cui dobbiamo occuparci, è quello di trovare fondi per finanziare il welfare. Queste sono le vere priorità, certamente non l'autonomia differenziata. Una legge di cui la Lega parla da decenni, dandole nomi e forme diverse. Prima era la secessione da Roma ladrona, oggi con una truffa semantica si usano definizioni apparentemente pacifiche, ma la sostanza resta la stessa. Il ministro Calderoli, l'autore del ‘Porcellum', fresco di una condanna per razzismo, vorrebbe far credere di volere il bene del Sud. Ma ci faccia il piacere. E mi rivolgo ai Fratelli d'Italia: come fate ad accettare di svendere la patria ai secessionisti pur di stare attaccati alle poltrone? Altro che patrioti, voi vi state rivelando tra i peggiori traditori della patria", ha aggiunto.

"È sfrontata la richiesta di fiducia sul decreto sulla Pubblica amministrazione trasformato dal governo Meloni in un decreto-bavaglio. Eliminare i controlli concomitanti della Corte dei conti sul Pnrr è una mossa che prelude sfaceli: infatti, avete negato ai Comuni personale aggiuntivo, di fatto i progetti andranno avanti senza un visto preventivo che sarebbe garanzia di efficienza e snellimento. State pregiudicando il futuro di questo Paese", ha detto Franco Mari, deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, durante le dichiarazioni di voto sulla fiducia al decreto.

La maggioranza si difende: "Nessun bavaglio ai giudici"

"Nessuna deriva autoritaria del governo riguardo la Corte dei conti: non vi è, infatti, nessuna limitazione dei controlli della magistratura contabile. Ha perfettamente ragione Giorgia Meloni nel sostenere che il nostro Governo, su questo aspetto, si muove in linea con il governo Draghi", ha ribadito il ministro degli Affari Europei, Sud, Coesione e Pnrr Raffaele Fitto in un post dove ricostruisce i fatti, ricordando che "la previsione del controllo concomitante non nasce per il Pnrr (che all'epoca neppure esisteva). Per i fondi del Piano, invece, la disciplina sul controllo della Corte è da rinvenirsi nel DL Draghi n. 77 del 2021 che,  senza richiamare mai il controllo concomitante, affida alla Corte il controllo sui fondi nella modalità del controllo successivo sulla gestione e non del controllo concomitante, con criteri di cooperazione e coordinamento con la Corte dei Conti europea. È questa la legge che il Governo intende attuare e che implica anche che la Corte a Sezioni Riunite riferisca semestralmente al Parlamento sullo stato di attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Quindi, nessuna limitazione dei controlli della Corte dei conti, anzi l’esatto contrario".

"Abbiamo fatto esattamente quello che hanno fatto Conte e Draghi. O erano distratti quando la stessa cosa veniva fatta da Draghi e Conte e loro erano al governo, oppure hanno cambiato idea. Detto questo, a me interessa spendere bene e spendere tutti le risorse del Pnrr e tutti gli organi dello Stato devono remare nella stessa direzione. Sarà importante il ruolo di controllo della Corte dei conti, così come gli altri organismi istituzionali. Non c'è alcun conflitto, si lavora bene e si tira dritto", ha affermato il ministro Matteo Salvini.

Tiziana Nisini della Lega, annunciando in Aula alla Camera il voto favorevole alla fiducia posta dal governo sul provvedimento, si è espressa sulle contestate misure sulla stretta al controllo concomitante della Corte dei Conti sui progetti del Pnrr e la proroga dello scudo erariale, sottolineando che "si grida allo scandalo per norme volute da Conte prima e prorogate da Draghi". Quelle delle opposizioni, ha concluso "sono critiche deboli e strumentali. Se le misure andavo bene prima, perché non vanno più bene ora?".

"Non c'è una deriva autoritaria. Lo stesso presidente della Corte dei Conti ha affermato che non esiste una norma bavaglio. È quindi stucchevole continuare a sentire l'opposizione parlare di una norma bavaglio. Non esiste una nessuna norma bavaglio", ha detto Augusta Montaruli di FdI, intervenendo in Aula alla Camera sulla fiducia al decreto Pa. "La verità è che questa maggioranza sta lavorando a una pubblica amministrazione che sia più efficiente" del settore privato, ha continuato rivolgendosi all'opposizione, "e il fallimento è solo vostro".

Il controllo concomitante della Corte dei Conti sul Pnrr "è un'anomalia" tutta italiana, secondo Federico Freni, sottosegretario al ministero dell'Economia. "Il controllo concomitante della Corte dei Conti, soprattutto sul Pnrr, la ritengo un’anomalia e ritengo si traduca in una cogestione anomala. La Corte dei Conti deve essere l'occhio del Parlamento e non il co-gestore del Governo, sono due cose diverse". Freni ha aggiunto che i controlli successivi "sono ampiamente sufficienti, non si toccano e ricordiamo che gli investimenti del Pnrr vengono controllati e bollinati anche dalla Commissione europea e quindi non manca nulla da questo punto di vista".

"La necessità di inserire la norma sui controlli della Corte dei Conti sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza nel decreto legge sulla Pubblica Amministrazione risiede nell'essenza stessa del Pnrr che deve essere attuato con velocità ed efficienza, perché le opere vanno terminate entro il 2026", ha detto Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera e deputato di Forza Italia, intervenendo ad Agorà su Rai 3. Il parlamentare azzurro ha spiegato che: "La magistratura contabile con il decreto Pa non viene esautorata di alcun che, inoltre è bene tenere presente che nel nostro Paese esistono anche i controlli della Guardia di Finanze e delle Procure Antimafia, vigilare è giustissimo ma l'Italia non può permettersi perdere i fondi del Pnrr perché ci sono tanti soggetti diversi che verificano tutti le stesse cose".

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