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Riforma delle pensioni in Francia, come funziona la legge e cosa cambia

La riforma delle pensioni in Francia è legge. La sua approvazione – che alza l’età pensionabile a 64 anni – sta scatenando proteste in tutto il Paese, ma sarà diversa rispetto a quella italiana firmata da Elsa Fornero.
A cura di Tommaso Coluzzi
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In Francia è stata approvata la nuova riforma delle pensioni voluta fortemente dal presidente Macron. I cambiamenti sono diversi, ma il punto più importante è l'aumento dell'età pensionabile di due anni, oltre che la riduzione dei regimi speciali. In queste ore sono scoppiate nuove proteste, con Parigi messa in ginocchio tra scioperi e guerriglia urbana. Il governo ha fatto passare il testo di legge senza voto in Parlamento – sapendo di non avere la maggioranza, applicando l'articolo 49 comma tre della Costituzione – e ha superato indenne le mozioni di censura delle opposizioni votate ieri sera. Per Macron la riforma della previdenza era il vero grande obiettivo di legislatura, dopo i tentativi falliti in passato proprio per via delle proteste. Il sistema pensionistico francese, però, non era più sostenibile.

Come cambia l'età pensionabile in Francia dopo la riforma

Il cuore della riforma è l'aumento dell'età pensionabile. La necessità era adeguare il sistema previdenziale francese all'aspettativa di vita, che è cambiata nel tempo. Più o meno ciò che è successo in Italia oltre dieci anni fa con la legge Fornero. Ma Macron e il governo hanno deciso di introdurre la riforma in maniera graduale, evitando il fenomeno degli esodati: l'età minima per andare in pensione in Francia passa da 62 a 64 anni, ma non immediatamente. In pratica l'età pensionabile aumenterà di tre mesi ogni anno per i prossimi otto, in modo da arrivare al completamento della riforma nel 2030. Inizialmente l'aumento doveva portare a 65 anni di età minima, ma si è scelto di fare un passo indietro. Almeno per ora. Secondo le opposizioni, invece, l'obiettivo è sì un risparmio sulla spesa pubblica, ma con l'obiettivo di tagliare le tasse per agevolare le imprese.

L'innalzamento della pensione minima, scivoli e contributi

La pensione minima – secondo i proclami del governo – dovrebbe salire ad almeno 1200 euro lordi al mese, cifra ricavata calcolando l'85% del salario minimo francese. La platea, però, non è ancora definita e potrebbe essere molto più limitata delle attese. Almeno secondo quanto dicono le opposizioni, il tutto si concretizzerebbe in un aumento medio di 100 euro al mese per le fasce più basse. C'è anche uno scivolo per chi ha cominciato a lavorare molto presto – tra i venti e i ventuno anni – che potrà andare in pensione un anno prima. Inoltre l'entrata in vigore della legge Touraine del 2014, che prevedeva dal 2035 un minimo di 43 anni di contributi per andare in pensione, viene anticipata al 2027.

Nella riforma anche la stretta sui regimi speciali

La riforma delle pensioni segna anche la fine dei regimi speciali: una serie di trattamenti pensionistici di favore dedicati ai dipendenti di alcuni grandi gruppi, dalla Banca di Francia ai trasporti. Vengono cancellati, infatti, i trattamenti speciali per i dipendenti della Ratp, la società che gestisce tutto il trasporto pubblico a Parigi e nell'Ile de France. Ma anche per chi lavora per le grandi aziende energetiche. Nella maggior parte dei casi, però, si tratta di lavoratori con mansioni usuranti.

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