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Terrorismo, Renzi: “La nostra priorità è distruggere l’Isis”

Il premier intervenuto all’inaugurazione della Conferenza sul dialogo mediterraneo ribadisce la necessità di sconfiggere lo Stato Islamico. “Ma no a soluzione last minute, serve una strategia condivisa e strategica” contro “chi usa la religione per obiettivi nichilisti”.
A cura di Biagio Chiariello
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La distruzione dell'Isis "è una priorità assoluta". Parola del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, intervenuto al Med Dialogues 2015. "L'Italia è in prima linea contro il terrore ma la prima sfida è culturale", ha aggiunto il capo del Governo. "Non basta reagire con una marcia di sdegno e solidarietà, partecipare alle marce contro il terrorismo ha un senso se ci rendiamo conto che stanno attaccando la nostra identità culturale. Ecco perché l'Italia pensando a Palmira ha promosso l'azione dei caschi blu dell'Onu per la cultura", ha sottolineato ancora il premier dall'hotel Parco dei Principi di Roma.

“La radicalizzazione è lo sbocco patologico della crisi identitaria sofferta anche da paesi europei. La cultura non è l'unica arma ma è dialogo, confronto. È il sistema immunitario delle nostre società contro la deriva del fanatismo. La distruzione di Daesh (l'Isis, ndr) è l'assoluta priorità. La collaborazione internazionale va ulteriormente sviluppata: Europa e Usa condividono con Mosca l'esigenza di combattere Daesh ma serve una soluzione che abbia respiro strategico e non sia last minute”.

 Quanto alla situazione in Libia, Renzi ha spiegato che "Daesh sta tentando di conquistare più spazio con ferocia e cinismo" e ha aggiunto che la conferenza sulla Libia sarà "un punto di svolta". "Noi abbiamo dato disponibilità dell'Italia a guidare una missione di assistenza e formazione a supporto del futuro governo libico", ha ricordato il premier.

Un’altra soluzione è quella di ampliare l’UE verso est: “vorrei che Albania e Serbia possano essere al piu’ presto parte dell’Europa”. E a proposito di Mediterraneo, Matteo Renzi cita Giorgio La Pira: “Il Mediterraneo è un prolungamento del lago di Tiberiade, è il luogo dove è cresciuta la civiltà. Spero non sia il luogo dove si perde la civiltà, come mi viene da pensare quando sento le allucinanti reazioni di alcune parti politiche di fronte all’arrivo dei nostri fratelli e sorelle che fuggono dalla guerra”. “Mai chiedere all'Italia di rinunciare a quello che è – ha concluso il premier -. Anche se dovesse costarci perdere dei voti non smetteremo mai, continueremo a salvare vite umane nel Mediterraneo, anche prendendo critiche e insulti" da alcuni "altri partner".

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