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Sinodo: mistero sulla lettera di protesta dei cardinali a Papa Francesco

“Chi ha diffuso il testo vuole dividerci” accusano alcuni cardinali, mentre altri presunti firmatari della missiva smentiscono la loro firma.
A cura di Antonio Palma
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Una nuova fuga di notizie rischia di mettere in seria difficoltà il sinodo sulla famiglia. In particolare a mettere in allarme il Vaticano questa volta è una lettera di protesta che sarebbe stata consegnata da alcuni cardinali, tredici ‘padri sinodali' secondo le prime ricostruzioni, direttamente a Papa Francesco. Il contenuto della missiva, diffusa per primo dal vaticanista Sandro Magister e poi ripresa da altri giornali, è abbastanza eloquente: i cardinali chiedono al Papa di intervenire direttamente perché a loro giudizio le procedure del Sinodo sarebbero configurate per facilitare dei risultati predeterminati su importanti questioni controverse. Dopo la diffusione della notizia però molti cardinali presunti firmatari della lettera hanno preso le distanze affermando di non saperne nulla e innescando un vero e proprio giallo tra le mura della Santa Sede. "Io non ho firmato niente" ha dichiarato il cardinale Angelo Scola, poi a ruota son arrivati il cardinale André Vingt-Trois, arcivescovo di Parigi e anche vicepresidente del Sinodo, e il cardinale Peter Erdo, arcivescovo di Budapest e relatore generale del Sinodo.

Altri come Caffarra di Bologna, Dolan di New York, il sudafricano Napier e il cardinale australiano George Pell non hanno smentito né confermato il fatto. Anzi lo stesso Pell riferisce che il documento esiste e che ci sono però degli errori sia nel contenuto che nella lista dei firmatari. Il problema però è che "la lettera era privata e doveva rimanere tale". Una circostanza confermata anche dal cardinale Muller, uno di quelli indicati tra i nomi dei firmatari. "Una lettera privata che appartiene al Papa! Com’è possibile che sia stata pubblicata?" si chiede il prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. "Io non dico se ho firmato o no. Lo scandalo è che si renda pubblica una missiva privata del Pontefice. Questo è un nuovo Vatileaks: gli atti privati del Papa sono proprietà privata del Papa e di nessun altro. Nessuno può pubblicarla, non so come sia potuto accadere. È chi lo ha fatto a doversi giustificare" ha spiegato il prelato al Corriere della Sera, concludendo: "L’intenzione di chi ha voluto questa pubblicazione è seminare liti, creare tensioni. Mi pare chiaro".

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