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Referendum Trivelle, Consulta boccia ricorsi delle Regioni sugli altri due quesiti

La Corte Costituzionale ha rigettato i ricorsi delle regioni sul conflitto di attribuzioni tra poteri dello stato sul caso trivelle. Per i giudici sono inammissibili perché non presentati da almeno cinque dei Consigli regionali che avevano richiesto il referendum.
A cura di Antonio Palma
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In attesa del referendum trivelle, sulla questione oggi è intervenuta nuovamente la Corte Costituzionale. I giudici della Consulta infatti hanno deciso di rigettare i ricorsi per conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato presentati da alcune Regioni sulla questione delle trivellazioni, dichiarandoli inammissibili. I ricorsi degli enti locali riguardavano in particolare il piano delle aree per la pianificazione e il doppio regime delle concessioni dei titoli. Dopo il no al referendum sulle due questioni infatti erano stati proposti ricorsi nei confronti del Presidente del Consiglio, del Parlamento e dell’Ufficio centrale per il referendum presso la Cassazione.

Erano state sei le Regioni che avevano deciso di sollevare il conflitto di attribuzione di fronte alla Consulta, con l'obiettivo di far rivivere i due referendum sulle trivelle: Basilicata, Puglia, Liguria, Marche, Sardegna e Veneto. I giudici costituzionali però, sentenziando sul caso, hanno spiegato che i ricorsi relativi alle richieste di referendum sulla "pianificazione delle attività estrattive degli idrocarburi" e sulla "prorogabilità dei titoli abilitativi a tali attività" sono stati bocciati perché "non è stata espressa la volontà di sollevare i conflitti da almeno cinque dei Consigli regionali che avevano richiesto il referendum prima delle modifiche legislative sopravvenute".

Rererendum trivelle il 17 aprile

Con questa decisione la Consulta quindi non valuterà nel merito i ricorsi. Anche se la sentenza ha natura tecnico-procedurale, infatti, non è possibile andare oltre perché solo l'ammissibilità dei ricorsi avrebbe potuto portare all'esame del contenuto dei ricorsi. Questo però non intuirà in alcun modo sul referendum trivelle in programma per il prossimo 17 aprile in cui ci sarà solo uno dei sei quesiti inizialmente presentati. Ai cittadini italiani sarà chiesto se vogliono abrogare le norme sulle concessioni petrolifere già rilasciate e in particolare se lasciare il meccanismo secondo cui si estendono fino all'esaurimento dei giacimenti. Il quesito referendario però riguarda solo le trivelle entro le 12 miglia dalla costa e non le attività petrolifere sulla terraferma.

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