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Referendum nucleare 2011: domani il verdetto della Consulta

Il referendum sul nucleare è in attesa della sua ennesima e definitiva approvazione. Dopo l’ok della Cassazione domani, 7 giugno, sarà la volta della Consulta che dovrà scrivere l’ultima pagina sulle sorti della consultazione popolare sull’atomo.
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Dopo il lasciapassare della Cassazione, non resta che attendere il verdetto della Consulta sul nuovo testo per sapere se il referendum del 12 e 13 giugno prossimo "s'ha da fare". Verdetto atteso per la giornata di domani, 7 giugno, quando finalmente la disputa sul referendum sul nucleare arriverà alla sua fase conclusiva. Berlusconi ha recentemente tacciato di inutilità la consultazione popolare sull'atomo, ciononostante il timore di un'altra spallata all'esecutivo resta consistente. Infatti, a proposito dell'udienza della Corte Costituzione prevista per domani, il premier ha chiesto all'Avvocatura dello Stato di intervenire  con il compito di evidenziare "l'inammissibilità della consultazione."

Berlusconi ha messo in atto, contemporaneamente, un "gioco" di dissimulazione e azione che lo vedono impegnato su entrambi fronti: da un lato afferma che per quanto riguarda il nucleare i cittadini sarebbero chiamati a votare sul nulla, giacché il decreto omnibus- calderone avrebbe già estinto la questione; dall'altro però tenta il tutto per tutto in vista dell'appuntamento di domani. In particolare, gli avvocati dello Stato saranno chiamati a persuadere i giudici del fatto che, allo stato attuale, il testo del referendum "avrebbe a questo punto un oggetto del tutto difforme rispetto al quesito in base al quale sono state raccolte le firme." Una questione non da sottovalutare e che potrebbe, seriamente, minacciare le votazioni.

Quando mancano ormai 6 giorni al voto, sulla rete, e specialmente su Facebook, impazzano i gruppi d'adesione ai comitati referendari in cui i cybernauti confermano la loro partecipazione alla consultazione sull'atomo e sulle centrali nucleari. Non si può dire lo stesso dei mezzi di comunicazione di massa e della tv in primis. Dopo il monito dell'Agcom alla tv pubblica, nel quale l'organo di garanzia  ha intimato alla Rai una maggiore informazione su i 3 temi del referendum, nell'edizione serale del Tg1 è stata comunicata  nei titoli una data sbagliata per il referendum. Dopo orari improbabili e  l'adozione di un linguaggio burocratese, di cui si sono caratterizzati i primi spot, il dubbio di un errore in malafede si fa insistente.

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