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Napolitano riceve il ddl giustizia ma avverte: Inderogabile l’autonomia dei giudici

Sulla riforma della giustizia, approvata dal Cdm l’11 marzo, oggi c’è stato un vertice al Quirinale tra Napolitano e una delegazione dell’ANM. Napolitano è apparso molto comprensivo e ha espresso parole di sostegno ai magistrati presenti all’incontro.
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Il clima teso delle ultime settimane e le manifestazioni fuori dalle aule dei tribunali, in particolare in occasione del processo Mediatrade in cui è imputato il Presidente del Consiglio Berlusconi, non rendono vita facile ai magistrati. In questo clima oggi, una delegazione dell'Anm, l'Associazione Nazionale Magistrati, è stata ricevuta dal Presidente della Repubblica Napolitano.

Durante l'incontro, non sono mancati i riferimenti alla riforma della giustizia attualmente in corso, il cui testo è stato trasmesso oggi al Quirinale. Il testo della riforma prevede tra i cambiamenti più importanti la separazione delle carriere tra i pm e i giudici, la divisione del CSM in due organismi, uno giudicante e l'altro requirente, entrambi presieduti dal Presidente della Repubblica e la possibilità di ricorrere in appello in qualunque  grado di giudizio. Questo particolare, secondo Berlusconi, garantirebbe il cosiddetto "giusto processo".

La delegazione presente oggi all'incontro con Napolitano, in realtà si è detta piuttosto preoccupata sulla riforma della giustizia. A tal proposito non sono mancate le rassicurazioni da parte del Capo dello Stato che riguardo alle modifica sul testo ha detto: "che in tanto può risultare convincente in quanto comunque rispettosa della distinzione tra i poteri e delle funzioni di garanzia." Napolitano ha poi aggiunto: "L'autonomia e l'indipendenza della magistratura costituiscono principi inderogabili in rapporto a quella divisione tra i poteri che è parte essenziale dello Stato di diritto."

Al termine dell'incontro i vertici dell'Anm si sono detti soddisfatti delle parole, della vicinanza e dall'attenzione espressa dal presidente Napolitano. Inoltre il presidente dell'Anm Luca Palamara ha tenuto a sottolineare che la richiesta di un incontro con il capo dello Stato non deve essere interpretata come una chiusura corporativa bensì come il desiderio di salvaguardare le funzioni necessarie al pieno esercizio della professione, sottolineando che "riteniamo fortemente alterati, nell'eventuale approvazione del disegno di legge sulla riforma costituzionale della giustizia, i capisaldi dello Stato di diritto e che sono a garanzia e tutela dei cittadini come l'autonomia e l'indipendenza della magistratura".

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