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Opinioni

Mosul, sfida i proiettili dell’Isis per salvare una bimba: il gesto eroico di ex militare Usa

David Eubank, un operatore umanitario con un passato da militare nelle forze speciali Usa, non ha avuto paura di morire pur di salvare una bambina in pericolo sotto i proiettili dei miliziani dell’Isis a Mosul. Uno straordinario gesto eroico che arriva proprio nei momenti decisivi per la liberazione della città irachena.
A cura di Mirko Bellis
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David Eubank con in braccio la bambina appena salvata (Foto: Free Burma Rangers)
David Eubank con in braccio la bambina appena salvata (Foto: Free Burma Rangers)

David Eubank, un ex membro delle forze speciali degli Stati Uniti e ora volontario di un'organizzazione umanitaria da lui fondata, Free Burma Rangers, si è reso protagonista di uno straordinario gesto eroico a Mosul: sfidando il fuoco dei cecchini dell’Isis, protetto solo un elmetto e un giubbotto antiproiettile, ha tratto in salvo una bambina sopravvissuta ad una strage di civili commessa dagli estremisti islamici. I drammatici momenti del salvataggio sono stati registrati in un filmato in cui, Eubank, con l’aiuto di alcuni compagni che gli coprono le spalle, corre verso la bimba nonostante la pioggia di proiettili sparati dai miliziani del sedicente Stato islamico.

Eubank, di 56 anni e un passato da militare, ha rivelato i dettagli dell'operazione avvenuta i primi di giugno. Quel giorno, il team di volontari dell'organizzazione umanitaria aveva ricevuto una chiamata da un’unità dell’esercito iracheno in prima linea per liberare la parte occidentale di Mosul ancora nelle mani degli uomini del Califfato. “Ci hanno detto che c’erano un sacco di civili che stavano fuggendo – ha raccontato l’ex soldato – e che molti erano stati giustiziati”. La squadra di Free Burma Rangers – Ong fondata nel 1997 e impegnata in Iraq a soccorre i civili in fuga dall'Isis– è partita immediatamente. Ad attenderli, un strage di uomini, donne e bambini. "Quando siamo arrivati – ricorda Eubank – abbiamo incontrato un uomo che ripeteva tra le lacrime ‘Hanno ucciso mia figlia proprio di fronte a me, la sua testa è esplosa'".

I corpi di circa 50 civili lungo la strada, uccisi dai fanatici islamisti mentre cercavano di fuggire. I cadaveri erano sotto un sole cocente da almeno due giorni e i terroristi sparavano su chiunque si avvicinasse. Altre 13 vittime della follia jihadista erano state giustiziate e giacevano ammassate contro un muro. Di fronte a quella macabra visione, Eubank ha notato qualcosa muoversi: era poco distante, ma il fuoco intenso dei combattenti dell’Isis non permetteva ai soccorritori di muoversi. “Abbiamo visto che tra i cadaveri c’erano dei sopravvissuti” – ha raccontato – due uomini feriti e, sotto un hijab (il tradizionale velo per coprire il capo e le spalle, ndr) si vedeva una bambina, nascosta sotto il cadavere della madre”.

Per l’ex membro dei corpi speciali dell’esercito Usa “non c’era alcuna possibilità di salvarli nonostante si trovassero a meno di 200 metri da noi”. E’ in quel momento che decide di chiedere l’aiuto dei soldati iracheni e delle unità d’élite statunitensi impegnate al loro fianco. Grazie ad una cortina di fumo creata dai militari, Eubank e compagni riescono ad avvicinarsi il più possibile al luogo dove si trovavano i civili, facendosi scudo dietro un carro armato dell’esercito iracheno. Erano ormai a pochi metri quando Eubank, protetto dal fuoco di copertura di due soldati, si lancia allo scoperto. In pochi, interminabili secondi, sotto una pioggia di proiettili, l’ex militare riesce ad afferrare per un braccio la piccola e portarla in salvo dietro il tank. "Urlava, era terrorizzata, non voleva abbondare la madre – il suo ricordo di quei terribili istanti – nessuno conosceva il suo nome e la piccola non diceva una parola". "Se fossi morto – ha dichiarato al Los Angeles Times – mia moglie e i miei figli avrebbero capito".

Nei giorni dell’offensiva finale per liberare gli ultimi quartieri rimasti ancora in mano ai terroristi, il team di Free Burma Rangers è riuscito a salvare altri sette civili rimasti intrappolati nei combattimenti. A pagare il prezzo più alto in termini di vite umane sono proprio gli abitanti di quella che fino a poco tempo fa e per tre lunghi anni è stata la "capitale" dell'Isis in Iraq. In queste ore decisive, sono molte le testimonianze di esecuzioni sommarie perpetrate dai jihadisti.

Mentre migliaia di civili scappano da Mosul, Eubank ha deciso di viaggiare in Iraq accompagnato dalla moglie Karen e dai tre figli adolescenti. La famiglia ha trascorso gran parte degli ultimi 20 anni nella giungla di Myanmar (Birmania), dove David ha fondato Free Burma Rangers, per fornire ai civili assistenza medica di emergenza, protezione e aiuti alimentari durante il lungo conflitto che ha insanguinato il Paese asiatico. "L'eroe di Mosul", figlio di un missionario cristiano del Texas, è entrato nell'esercito quando aveva 18 anni; nel 1992 la svolta, abbandona l'uniforme per dedicarsi al lavoro umanitario. Da due anni in Iraq, Eubank e gli altri volontari di Free Burma Rangers hanno lavorato accanto alle forze dei Peshmerga curdi nella liberazione del nord del Paese dall'occupazione dell'Isis. Pochi giorni dopo il salvataggio della bambina, la famiglia è ritornata negli Stati Uniti, anche se l’ex soldato diventato operatore umanitario già pensa di tornare in Medio Oriente. “Credo sia stato Dio a mandarmi là – ha dichiarato – non penso alla sicurezza…mi chiedo sempre se quello che faccio mi rende orgoglioso”.

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