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Una legge per salvare l’ex-Gkn: il piano di riconversione ecologica e industriale scritto dagli operai

Il presidio sindacale del Collettivo di fabbrica ex-Gkn di Campi Bisenzio, lasciato al buio da un sabotaggio alla cabina elettrica, va avanti a energia solare. Ora una proposta di legge regionale per riconvertire lo stabilimento alla produzione di pannelli e batterie elettriche ed ecologiche: mentre tutti si lamentano della deindustrializzazione dell’Italia da operai e movimenti ecologisti arriva un progetto concreto e all’avanguardia.
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Di Giorgio De Girolamo

Degli ignoti sono partiti fin dalla Germania venerdì, hanno compiuto 2800 chilometri o qualcosa del genere, hanno compiuto un atto gravissimo pagandolo di tasca propria quasi 3mila euro oltre al viaggio e tutto, avevano dei complici qua, che gli hanno costruito dei telai per compiere il loro atto criminale, sono arrivati qua, hanno montato dei pannelli fotovoltaici e alle 4 di oggi il generatore endotermico del bar è stato staccato e il bar va a energia solare”, così Dario Salvetti, rsu della Ex-Gkn di Campi Bisenzio annuncia dal palco della prima cocente domenica di aprile del cementificato distretto industriale fiorentino, la conclusione di quello che poteva sembrare una follia, un miracolo, un simbolo oltremodo potente. E che crediamo non sia niente di tutto questo.

Ai cancelli dello stabilimento fiorentino, in assemblea permanente da quasi tre anni, si è concluso domenica il Festival della letteratura working class, tre giorni di iniziative con scrittori da tutto il mondo di un genere che fa della letteratura strumento politico di costruzione di immaginario delle classi subalterne, che toglie la penna alla classe media semicolta che domina, sia sul lato dell’offerta che della domanda, il mercato editoriale e decide di non farsi narrare ma di auto-narrarsi. “Libraries gave us power”, cantavano i Manic Street Preachers in Design for life. Qui siamo un passo oltre. Si tratta di dare voce a una parte di società che ha un urgente bisogno di narrarsi e di smettere di essere narrata, al più con commiserazione mista a disprezzo, da autori convinti dell’indiscutibile superiorità della classe media. In tutto cinquemila persona hanno attraversato l'iniziativa: gli operai di questa fabbrica non solo vogliono scrivere il loro futuro, ma anche la loro storia in prima persona.

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Torniamo ai pannelli. Sullo stabilimento di Campi Bisenzio pochi giorni prima del Festival era calato fisicamente il buio. Alle 3:00 di mattina del 2 aprile ignoti si sono introdotti nello stabilimento e hanno sabotato la cabina elettrica in modo irreversibile. “Sapevano dove mettere le mani”, ha subito affermato il Collettivo di fabbrica valutando la dinamica degli eventi. La settimana precedente il liquidatore si era presentato in fabbrica circondato da vigilantes di una società di investigazione privata e aveva tentato di sostituire gli operai elettricisti dipendenti della fabbrica, con un elettricista esterno all’azienda. Da lì l’attacco al Festival, definito un “business illegale” patrocinato perfino dal Comune di Campi Bisenzio!

In tre giorni il buio viene meno e torna la luce. La solidarietà internazionale che si è costruita in questi anni intorno al Collettivo di fabbrica, appresa la notizia del sabotaggio alla cabina elettrica, ha organizzato in fretta e furia i il finanziamento e il trasporto di venti pannelli fotovoltaici, un inverter e una batteria. Qua “alcuni complici” hanno costruito in un giorno i telai. Il risultato è che alle 16.00 del pomeriggio di domenica, il generatore endotermico del bar viene spento e l'alimentazione passa ad energia solare.

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Non è né una follia, né un miracolo, né un simbolo dicevamo. Piuttosto l'alimentazione a pannelli fotovoltaici dell'Ex Gkn è il risultato piuttosto della cooperazione tra saperi diversi, della convergenza tra movimento ecologista e battaglie sindacali. La stessa convergenza e gli stessi saperi che hanno costruito un piano di reindustrializzazione dello stabilimento di Campi per produrre batterie e pannelli fotovoltaici elettrici ed ecologici (ovvero senza metalli rari). Un piano di riconversione ecologica che si è avvalso da pochi giorni anche di una proposta di legge regionale per la costituzione di un consorzio industriale, che accompagni la reindustrializzazione dello stabilimento. Una possibilità per l’amministrazione regionale toscana di essere all'avanguardia in tema di riconversione ecologica e di pianificazione industriale, opponendo un'alternativa – certo inadeguata per scala e dimensioni – al nulla proposto dalla destra al governo. Mentre tutti si lamentano della deindustrializzazione dell'Italia e dei suoi effetti a cascata, senza proporre rimedi concreti, dagli operai ex-Gkn e dal movimento ecologista arriva una possibile soluzione per uscirne.

La foto di apertura è di Gianmarco Tavolieri

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