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Malala vince sull’odio dei talebani, che ora minacciano i giornalisti

La 14enne pachistana colpita alla testa dai talebani sta meglio e ieri si è alzata dal suo letto e ha comunicato con i suoi medici in Inghilterra. In Pakistan i suoi aggressori minacciano i media: “Troppa visibilità al suo caso”.
A cura di Susanna Picone
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La 14enne pachistana colpita alla testa dai talebani sta meglio e ieri si è alzata dal suo letto e ha comunicato con i suoi medici in Inghilterra. In Pakistan i suoi aggressori minacciano i media: “Troppa visibilità al suo caso”.

Con l’aiuto dei medici Malala, la giovane pachistana ferita gravemente alla testa dai talebani, si è alzata dal suo letto di ospedale in Inghilterra ed è riuscita anche a scambiare qualche frase, scrivendo dei bigliettini, con coloro che la stanno curando. Le sue condizioni di salute, disperate all’arrivo dal Pakistan, continuano dunque a migliorare. Ne ha dato notizia direttamente il primario del Queen Elizabeth Hospital, l’ospedale di Birmingham specializzato in cure ai feriti di guerra. L’affetto nei confronti di Malala Yousafzai è grande, messaggi e solidarietà le arrivano da tutto il mondo, la 14enne che i talebani volevano vedere morta è, ora più che mai, il simbolo della speranza e del futuro del suo Paese.

Le hanno sparato alla testa sullo scuolabus – Malala è stata colpita perché in Pakistan lotta affinché le bambine possano istruirsi, un impegno che i talebani non accettano. Le hanno sparato alla testa all’uscita di scuola, un uomo armato e con la barba – così è stato descritto da una compagna della 14enne – è salito sullo scuolabus e ha detto solo tre parole: “Chi è Malala?”. Tutti, istintivamente, si sono girati verso di lei senza aprir bocca. Le idee della giovane attivista le sono costate una condanna a morte. Ma Malala sta vincendo contro chi la voleva morta e, mentre continua il suo percorso di guarigione in Inghilterra, dal Pakistan nuove minacce arrivano nei confronti dei giornalisti che hanno trattato il suo caso.

Le minacce ai media che hanno parlato di Malala – I talebani hanno annunciato attacchi contro i media colpevoli di troppa visibilità al tentato omicidio di Malala. Dicono che i giornalisti hanno strumentalizzato il caso della ragazzina, che loro avevano il diritto di attaccarla “perché lo dice il Corano”. Perché Malala, stando a quanto dicono i suoi aggressori, “è una spia della Cia, e degli israeliani, che vuole la secolarizzazione”. I talebani dicono anche che Malala ha quasi 15 anni, quindi è adulta. Ma nella foto scattata nell’ospedale inglese appare solo come una bambina, spaventata e con gli occhi tristi. Sul volto i segni delle ferite, tra le braccia un orsetto.

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