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Lavoro, Renzi tira dritto: “Sindacati contro? Non è un problema”

Il premier al Wall Street Journal e a Bloomberg ha ribadito che in Italia la riforma del mercato del lavoro è una priorità: “Il mio impegno è chiaro, realizzare le riforme indipendentemente dalle reazioni”.
A cura di Susanna Picone
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Mentre in Italia continua il dibattito sulla riforma del lavoro, dall’America il premier Matteo Renzi ribadisce che quella è una priorità del Paese. Lo ha fatto ieri incontrando i giornalisti in una pausa dei lavori dell’Assemblea delle Nazioni Uniti e poi anche in alcune interviste al Wall Street Journal e a Bloomberg. “Il mio impegno è chiaro: realizzare le riforme indipendentemente dalle reazioni”, così Renzi al Wall Street Journal sottolineando che “se i sindacati sono contro me questo non è un problema”. Dall’America il presidente del Consiglio ha anche rassicurato sul fisco dicendo di escludere categoricamente la possibilità di nuove tasse in Italia. “Penso che l’austerità senza crescita sia un errore”, ha detto Renzi, che ha chiarito il suo pensiero: “Per me è impossibile sostenere questa posizione senza un progetto molto forte di riforme nel mio Paese. Non sono credibile se non sono in grado di realizzare le riforme in Italia”. “L’Italia ha bisogno di cambiamenti radicali”, così ancora il premier in un’intervista alla Bloomberg.

Renzi su riforme, Berlusconi e voto anticipato

“Abbiamo cambiato tanti governi ma finora non abbiamo cambiato l'Italia. Sono assolutamente convinto che dobbiamo cambiare questa percezione. Come si fa? Forte determinazione, tanto coraggio e la capacità di coinvolgere i giovani. Per la prima volta c'è in Italia un primo ministro sotto i 40 anni, ed è un messaggio di cambiamento. Finalmente possiamo investire in una nuova generazione contro le vecchie degenerazioni del passato. Noi amiamo il passato ma guardiamo al futuro”, così ancora Renzi in Usa. Spazio anche a un riferimento a Silvio Berlusconi: Renzi ai media Usa ha spiegato qual è la sua relazione con quello che definisce “il leader di un partito di minoranza e mio oppositore”. “Quando scrivi la nuova legge elettorale e le modifiche alla Costituzione, tutti devono essere al tavolo della discussione. È impossibile – ha sottolineato il premier – scrivere la legge elettorale senza gli altri partiti, perché i giocatori in campo sono due: non puoi farlo senza l'altro giocatore, come nel baseball o nel calcio”. Le prossime elezioni? Per Renzi ci saranno nel 2018.

Lavoro, Camusso “apre” sull’articolo 18

Le parole sulla riforma del mercato del lavoro e in particolare sui sindacati del premier Matteo Renzi da New York arrivano mentre in Italia la leader della Cgil Susanna Camusso sembra aprire sull’articolo 18. Continuando a difendere il diritto al reintegro, convinta che cancellare l’articolo 18 significhi rendere il lavoro più servile, la Camusso ha aperto infatti sulla possibilità di discutere il numero degli anni in cui lasciarlo sospeso. “Se si parla di allungare il periodo di prova, sono per discutere dei tempi”, così la leader della Cgil affermando di capire che c’è una stagione “in cui l’articolo 18 non vale” ma sottolineando la necessità che sia transitoria. “Tre anni e sette anni non sono la stessa cosa”, così il segretario sul contratto a tutele crescenti.

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