289 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Istat: “Stipendi dei lavoratori mai così fermi dal 1982”

Le retribuzioni contrattuali orarie hanno registrato un incremento tendenziale dell’1,2%, il più basso dall’inizio delle serie storiche, datato 1982.
A cura di D. F.
289 CONDIVISIONI
Immagine

Crollo delle vendite al dettaglio, stipendi fermi ad aprile su base mensile e il lievissima crescita su base annua. A fornire i dati è stato l'Istat, che ha spiegato come le retribuzioni contrattuali orarie abbiano registrato un incremento tendenziale dell'1,2%, il più basso dall'inizio delle serie storiche, datato 1982. Complessivamente, nei primi quattro mesi del 2014, l'indice è aumentato dell'1,4% rispetto al corrispondente periodo del 2013. In particolare, le retribuzioni registrano un incremento tendenziale dell'1,6% per i dipendenti del settore privato e una variazione nulla per quelli della pubblica amministrazione.

Secondo i sindacati i dati forniti dall'istituto di statistica confermano che la situazione dei lavoratori è assai difficile, in particolar modo quella dei dipendenti pubblici, i cui contratti sono bloccati dal 2010: "Quello che non è accettabile è far finta di niente – sostiene Antonio Foccillo della Uil – Bisogna ripartire con un progetto condiviso che ridia all'economia un nuovo sviluppo e bisogna rinnovare i contratti, a partire da quelli del pubblico impiego, dove il governo è il datore di lavoro". Tutto ciò "determina – secondo il sindacalista – una consequenziale ulteriore caduta delle vendite al dettaglio: drammatico è il crollo degli acquisti dei prodotti alimentari, anche nei supermercati".

L'Istat, infatti, rivela che le vendite al dettaglio sono scese a marzo del 3,5% annuo. Particolarmente basse le vendite di prodotti alimentari che segnano un calo del 6,8%, il peggiore dall'inizio delle serie storiche nel 1995. Le vendite di prodotti non alimentari calano invece dell'1,5%. Su base mensile, l'indice scende dello 0,2%, mentre nella media del trimestre gennaio-marzo 2014, registra una riduzione dello 0,3% nei confronti dei tre mesi precedenti. Visti i dati Federconsumatori e Adusbef lanciano l'allarme, mentre il premier Renzi appare ottimista: "E' cresciuta la fiducia dei cittadini". "L'Italia è divisa tra chi non facendocela più si sta rassegnando e chi investe sul futuro del Paese. L'unica cosa a cui non mi rassegno – ha detto – è la rassegnazione".

289 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views