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“In Vaticano sono nascosti centinaia di milioni di euro di fondi neri”

Parlo lo Zar delle Finanze scelto da Papa Francesco, il cardinale australiano George Pell: “Soldi occultati in particolari conti settoriali, che non apparivano nei fogli di bilancio”.
A cura di Biagio Chiariello
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"E' importante sottolineare che il Vaticano non è in fallimento…infatti, abbiamo scoperto che le condizioni sono molto più sane rispetto a quanto sembrava, e questo perché alcune centinaia di milioni di euro sono stati nascosti in conti particolari e non sono apparsi nel bilancio". E’ una rivelazione incredibile, per quanto tutta da verificare,  quella riportata dal sito "The Spectator", che cita George Pell, cardinale australiano incaricato da Papa Francesco di far chiarezza sulle finanze del Vaticano. Pell ha deciso di parlare chiaramente delle condizioni finanziarie della Santa Sede, evidenziando come le casse siano assai più in salute di quanto inizialmente apparissero. Per rendersi conto della portata delle dichiarazioni dello Zar delle finanze vaticane, bisogna considerare che il bilancio della Santa Sede per l’anno 2013 , approvato nel luglio 2014 , è stato dichiarato chiuso con un rosso di 24.470.549 dovuto soprattutto alle fluttuazioni negative derivanti dalla valutazione dell’oro per circa 14 milioni di euro. Per cui la scoperta di “centinaia di milioni di euro” extrabilancio dimostra che il Vaticano è assai più ricco della Santa Sede in quanto tale. "Le Congregazioni, i Consigli e specialmente il Segreteria di Stato hanno beneficiato di una indipendenza e l'hanno difesa. I problemi erano discussi ‘in casa'….ed erano molto pochi coloro che erano tentati di dire al mondo cosa stesse accadendo, a eccezione di quando avevano bisogno di aiuto" spiega Pell. Nel Catholic Herald il cardinale ha scritto. "Una volta una principessa tedesca mi disse che molti erano soliti pensare che il Vaticano fosse simile a una antica nobile famiglia che lentamente stava andando in bancarotta. Ma questo equivoco si sta già dissolvendo".
"Chi fa donazioni vuole che i propri doni vengano gestiti in modo efficiente e onesto, in modo tale che si riescano a ottenere i migliori ritorni per finanziare i lavori della Chiesa, specialmente quelli che hanno a che fare con la divulgazione della parola di Dio e che puntano ad aiutare i poveri. Una Chiesa per i poveri non dovrebbe essere dunque gestita male".

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