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Caso Ilva Taranto

Ilva di Taranto, ci sono altri indagati. Tra di loro il sindaco Stefàno

I lavoratori dell’Ilva di Taranto sono in sciopero in seguito alla decisione dell’azienda di chiudere lo stabilimento. Il ministro Cancellieri si dice preoccupata per l’ordine pubblico, intanto l’inchiesta si allarga con altri indagati.
A cura di Susanna Picone
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I lavoratori a Taranto sono in sciopero in seguito alla decisione dell’azienda di chiudere lo stabilimento. Il ministro Cancellieri si dice preoccupata per l’ordine pubblico, intanto l’inchiesta della magistratura si allarga con altri indagati.
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Caso Ilva Taranto

È caos a Taranto a causa degli avvenimenti delle ultime ore che hanno spinto i vertici dell’Ilva ad annunciare la chiusura dello stabilimento (a rischio quello pugliese ma anche le altre sedi) e l’immediata protesta degli operai in sciopero proclamato da Fim, Fiom e Uilm da questa mattina. Tutto questo mentre l’inchiesta continua ad allargarsi: dopo i sette arresti di ieri si apprende da fonti giudiziarie che almeno altre cinque persone risultano indagate. Tra queste ci sono il sindaco di Taranto Ippazio Stefano e un sacerdote, don Marco Gerardo, segretario dell’ex arcivescovo di Taranto monsignor Benigno Luigi Papa. Il primo cittadino è indagato per omissioni di atti d'ufficio, il sacerdote per false dichiarazioni al pm. Si è appreso, inoltre, che la Procura della Repubblica di Taranto ha delegato la Guardia di Finanza a eseguire accertamenti a Bari e a Roma riguardo il via libera alla vecchia Autorizzazione integrata ambientale del 4 agosto 2011, che è stata poi riesaminata recentemente.

Cancellieri teme per l’ordine pubblico – Intanto, a causa della forte tensione che c’è a Taranto così come anche a Genova, dove le tute blu dell’Ilva sono scese in strada per protestare, si sono espressi diversi esponenti del Governo. La situazione è unanimemente definita "molto delicata" e, in particolare, il ministro degli Interni Anna Maria Cancellieri ha parlato di un “rischio notevole” di problemi per l’ordine pubblico in seguito alla chiusura dell’impianto a freddo dello stabilimento di Taranto e dunque la messa in libertà di 5mila operai. “La situazione è molto preoccupante – ha detto Cancellieri a margine di un convegno – perché i posti di lavoro messi in discussione sono tantissimi, non solo quelli di Taranto ma riguarda anche l’indotto”. A proposito dell’incontro di giovedì che il governo ha convocato, il ministro degli Interni ha fatto sapere di essere fiduciosa e che spera vada tutto bene: “Teniamo i nervi saldi”.

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