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“Da qui non si va più in Francia”: chiuso centro di accoglienza a Ventimiglia

La Prefettura di Ventimiglia, applicando la direttiva del ministero degli Interni, ha deciso di chiudere il centro d’accoglienza temporaneo sorto un anno fa a Ventimiglia. I volontari della Croce Rossa, che gestiscono la struttura, avranno un mese di tempo per sgomberare i locali. Nel frattempo, la Questura dovrà occuparsi delle operazioni di identificazioni dei 200 migranti che vivono in città, per poterli inviare negli altri centri d’accoglienza permanenti.
A cura di Charlotte Matteini
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Migranti bloccati alla frontiera tra Italia e Francia a Ventimiglia

"Vengo qui per risolvere le cose, abbiamo un piano concreto. Siamo qui per dire che abbiamo inviato 60 poliziotti e 60 uomini dell'Esercito e vogliamo rafforzare la Questura del luogo. Sono dell'idea che questo centro va chiuso. Era stato aperto per una situazione d'emergenza che ora non c'è più e quindi non ci sono ragioni per proseguire nella sua permanenza". Queste le parole pronunciate settimana scorsa dal ministro dell’Interno, Angelino Alfano, in visita alla stazione della città di Ventimiglia. In seguito all'annuncio del ministro, oggi è stato definitivamente chiuso il centro di accoglienza migranti di Ventimiglia, per effetto di una decisione della Prefettura del comune ligure che, al termine di un incontro con la Croce Rossa, che gestisce il campo, ha deciso di recepire e applicare la direttiva emanata dal dicastero.

Il centro della stazione ferroviaria di Ventimiglia verrà sgomberato, quindi, anche se la Croce Rossa avrà un mese di tempo per abbandonare i locali e trovare una sistemazione per i dieci ospiti fissi che da qualche tempo a questa parte vivevano dentro la struttura. "I migranti che stazionano dobbiamo allontanarli da qui. La tratta ferroviaria va controllata, perchè i migranti devono capire che da qui non si parte più per la Francia. Se lo capiscono con le buone meglio, ma bisogna fare in modo che ci siano più controlli in modo da fare capire che da qui non si parte più", aveva proseguito Alfano, spiegano i motivi a sostegno della decisione presa.

"La decisione di chiudere il centro di accoglienza di Ventimiglia e di effettuare più controlli sui treni è una vittoria della Regione Liguria. Tutto ciò non risolve il problema dell’immigrazione ma è un buon inizio. Oggi le decisioni prese possono essere una risposta anche al disagio patito in questi mesi dalla popolazione. Ora serve che il Ministero dia gambe alla decisione preannunciata oggi e che intervenga immediatamente", dichiarò il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti commentando l'annuncio di Alfano.

Una necessità, la chiusura, perché trattandosi di una struttura aperta solo in via temporanea, non avrebbe dovuto rimanere aperta così a lungo, questo sarebbe il reale motivo alla base della decisione presa dal ministro dell'Interno. E' passato quasi un anno, infatti, dall'inaugurazione del Centro gestito dai volontari della Croce Rossa che si occupavano di accudire e sfamare i circa 200 migranti sparsi per le vie della città, migranti che non hanno mai voluto farsi identificare e che per questo motivo la Questura dovrà provvedere ad accertarne l'identità nei prossimi giorni, prima di inviarli nei vari centri d'accoglienza permanenti sparsi sul territorio. Una settimana, questo è il tempo massimo che vorrebbe impiegare il questore Leopoldo Laricchia, che coordina le operazioni, per schedare tutti i migranti attualmente presenti a Ventimiglia.

"L'ordine è quello di individuare i migranti e di farli scendere prima della città di confine, di foto-segnalarli e quindi inviarli ai centri di Genova, Savona e Imperia. Un'attività sistematica, per ribadire il concetto espresso dal ministro Alfano", ovvero che da Ventimiglia non si parte e il confine tra Italia e Francia deve rimanere invalicabile.

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