Esiste davvero il verbo “invergognire”? I dubbi a Temptation Island 2025 tra Lucia e Rosario

Nella penultima puntata dell'edizione estiva di Temptation Island 2025, il falò di confronto tra Lucia Ilardo e Rosario Guglielmi è stato uno dei momenti di maggior interesse, ma soprattutto ciò che è accaduto nell'appuntamento un mese dopo la fine del programma. Infatti, ripreso dalle telecamere del programma, i due osservano un video inviato a loro dal single Andrea Marinelli, in cui svela: "Con Lucia nel villaggio si era creata una forte complicità ma il suo intento era solo quello di far ingelosire Rosario. Subito dopo la fine del programma, lei mi ha scritto e abbiamo deciso di vederci in una città neutra per mantenere la riservatezza". La reazione di Rosario si traduce in un agitato: "Sono invergognito, sono invergonito per te". Ma Rosario non è l'unico a utilizzare il termine "invergognire", con Lucia che ripete: "Non c'è bisogno di invergognirsi".
Cosa dice il dizionario Devoto Oli sul termine invergognito
La ripetizione non casuale del termine, non solo ha creato un altro argomento nella discussione del pubblico sulla storia a Temptation Island della coppia Lucia e Rosario, ma ha aumentato anche la curiosità sul termine "invergognire". Dapprima dato per scontato come un errore linguistico, sempre più persone su X si stanno interrogando sulla possibile esistenza della forma verbale invergognire. Da un lato, utilizzando un dizionario – il Devoto Oli edizione 2004/2005 – non è possibile trovare la figura "invergognare"/"invergognire", né come forma verbale legata al verbo vergognare, in cui non compare una struttura con il prefisso "in". Nè se cerchiamo direttamente la forma "invergognare"/"invergognire", con il dizionario che propone un salto dal termine "invergatura" al termine "inverificabile".

Dov'è possibile trovare la forma "invergognare" nella letteratura italiana
C'è un ma: infatti, sarebbe possibile trovare un passaggio di un'opera letteraria in cui è presente la forma "invergognare". Semplicemente digitando il termine su un motore di ricerca, compare una proposizione tratta dal Decameron di Giovanni Boccaccio, la prima novella della quarta giornata dell'opera. Si tratta della storia di Tancredi, principe di Salerno e di sua figlia Ghismunda innamorata di Guiscardo, un giovane di umile origini. L'autore utilizza "invergognare" nella frase "piangendo, come mogliera invergognata, perché le avieno dato altro marito" in cui viene descritta l'umiliazione che la donna sta provando in quel momento. "Invergognare" quindi, anche se usato come aggettivo in questo caso da Boccaccio, potrebbe rappresentare una forma arcaica della formula "provocare vergogna".
