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Corruzione e manette: terremoto all’Agenzia delle Entrate Campania

Accertamenti cancellati, ingiustificate agevolazioni fiscali, concorsi truccati e perfino una vicenda che riguarda il noto attore Biagio Izzo: nel mirino della procura antimafia di Napoli l’ex capo dell’Agenzia Entrate Enrico Sangermano, finito agli arresti domiciliari. Nei guai anche altri funzionari del fisco e imprenditori campani.
A cura di Redazione
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Sarebbe arrivato perfino a minacciare il comico napoletano Biagio Izzo («Deve esibirsi a festa o gli faccio arrivare accertamento» l'ex direttore della Campania Enrico Sangermano, finito agli arresti domiciliari, oggi, nell'ambito di una inchiesta coordinata dalla Procura antimafia di Napoli, condotta col Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza partenopea. Corruzione, concussione, abuso d'ufficio e falso ideologico in atti pubblici sono le accuse ipotizzate per Sangermano e non solo: il provvedimento restrittivo riguarda anche Silvana Pane, titolare della società Globeco Spa di Piano di Sorrento. Fra gli indagati anche Mattia Barricelli, attuale direttore provinciale Napoli 2 dell'Agenzia delle Entrate e Salvatore Cortese, settore controlli presso la direzione regionale Campania dell'Agenzia delle entrate. Per questi ultimi due il gip ha disposto l'interrogatorio preventivo ai fini dell'eventuale applicazione della misura interdittiva della sospensione dell'esercizio dei pubblici uffici.

L'inchiesta che coinvolge Enrico Sangermano

Complessa, l'inchiesta portata avanti dalla GdF e partita da alcuni provvedimenti di annullamento in autotutela disposti dall'ex capo dell'Agenzia Entrate Campania, a favore di società appartenenti al gruppo imprenditoriale che fa capo a Fedele Ragosta, già destinatario di misure cautelari nella primavera del 2012. Tra le misure sotto la lente delle Fiamme gialle l'annullamento di un avviso di accertamento fiscale emesso nei confronti della società Immobilges Srl, annullamento che secondo gli inquirenti sarebbe stato disposto in assenza dei requisiti necessari e venne poi revocato grazie ad un interessamento dell'ufficio Audit della direzione centrale delle Entrate. Dopo una serie di intercettazioni telefoniche e acquisizioni di documenti, avvenute anche grazie a perquisizioni domiciliari, gli inquirenti hanno acquisito elementi di indagine rilevanti, tra cui il ritrovamento, ritenuto ingiustificato , di banconote in contanti per circa 40mila euro a casa di Sangermano. Tra gli episodi contestati dalla Procura c'è poi quello che vede coinvolta Silvana Pane, finita agli arresti domiciliari, nella veste di titolare della Globeco. Secondo le indagini Sangermano si sarebbe attivato per promuovere il riconoscimento di un'agevolazione fiscale riservata agli investimenti effettuati in territori economicamente svantaggiati. In particolare, per un credito d'imposta utile all'acquisto di due rimorchiatori che la Globeco avrebbe poi noleggiato a due diverse società attive in territori per i quali non spettava alcuna agevolazione.

Il caso di Biagio Izzo e della festa di matrimonio

L'inchiesta potrebbe portare a nuovi filoni, come quello su presunte irregolarità nello svolgimento di un concorso interno dell'Agenzia delle Entrate, gestito dalla direzione regionale Campania (un quest'ambito sono indagati anche altri funzionari dell'Agenzia, componenti della commissione d'esame) e svariati casi di false presenze in servizio, spesso collegate a uso improprio del badge. E infine, la vicenda più "colorita", ovvero quella che coinvolge il comico Biagio Izzo (estraneo all'inchiesta in questione): Sangermano, secondo le accuse, avrebbe imposto all'artista di esibirsi in occasione della festa per la promessa di matrimonio di una nipote minacciandolo altrimenti di fargli arrivare un "cartellone", ovvero un accertamento fiscale di notevole importo. La circostanza emerge da un'intercettazione telefonica. Sangermano, parlando con un amico, dice: "Mi raccomando dici a Biagio Izzo che ci deve fare questa cortesia di un quarto d'ora altrimenti gli faccio arrivare un cartellone pubblicitario, più che una cartella". L'accertamento fiscale avrebbe riguardato compensi non dichiarati per oltre 56.000 euro.

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