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Chaouqui: “Mai fatte pressioni su Berlusconi. Se continua così non starò più zitta”

Si professa serena Francesca Chaouqui nonostante risulti indagata oltre che nel processo Vatileaks 2 anche per presunti ricatti a Berlusconi. “Ho semplicemente chiamato la redazione de Il Giornale dopo avere subito un attacco vergognoso in prima pagina. Chiunque altro avrebbe querelato. Balda? Vittima del suo complesso di Edipo. Io continuo ad essere circondata da persone che mi sono vicine ma se continuano così non starò zitta ancora a lungo”.
A cura di Giulio Cavalli
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Mentre il Papa ammette l'errore nella scelta di monsignor Balda e Francesca Chaouqui, i due "corvi" coinvolti nello scandalo Vatileaks 2, è notizia di oggi che la Procura di Terni ipotizzi dei ricatti orditi dalla stessa Chaouqui (e il marito, Corrado Lanino) nei confronti di Paolo e Silvio Berlusconi. Insomma, Francesca Chaouqui è nel pieno delle notizie di scandalo e potere di questi giorni. L'abbiamo raggiunta tra un appuntamento e l'altro.

Signora Chaouqui, alla fine è difficilissimo stare dietro a tutte le novità giudiziarie. Andiamo con ordine: a che punto siamo con il processo in Vaticano?

Ho avuto cinque giorni per presentare la memoria difensiva, fino a sabato. E ho già presentato un'esposto contro l'avvocato Zaccaria (il legale di monsignor Balda, coimputato nel processo) per questo memoriale assolutamente falso che è stato redatto contro di me. E poi c'è questa cosa di Roma…

Roma, appunto. Avrebbe ricattato niente di meno che Berlusconi. È la donna in mezzo ai massimi poteri laici e cristiani in questo momento: o lei è lo snodo del potere d'Italia, o una millantatrice di talento mondiale o forse qualcosa non torna…

Figurati se ho fatto pressioni su Berlusconi! Tra l'altro mi contestano la concussione dandomi del pubblico ufficiale, cosa che io non sono. Non credo che lavorare in Vaticano dia una connotazione di pubblico ufficiale.

Comunque si professa tranquilla…

Se l'incriminazione è questa e il tema sono le intercettazioni mie con Paolo Berlusconi certamente sì. È qualcosa di pazzesco: io ho chiamato Paolo Berlusconi dopo che Il Giornale in prima pagina aveva pubblicato contro di me una cosa vergognosa. Dei miei falsi tweet che servivano solo per infangarmi. Al posto di querelarli come avrebbe fatto chiunque e chiedere un risarcimento milionario ho chiamato Berlusconi e gli ho detto: "C'è qualche problema con me? Vi ho fatto qualcosa? Perché questo attacco?"

E loro cosa le hanno risposto?

Che Sallusti (all'epoca direttore de Il Giornale onda) non c'era e che comunque si sarebbero regolati loro internamente e via…

E sulle presunte intrusioni informatiche di suo marito Corrado Lanino?

Un'amico ci aveva chiesto di controllare se in rete ci fossero informazioni "strane" su una persona a cui era stata affidata la figlia della compagna e Corrado ha controllato.

Quindi semplicemente un controllo, una ricerca via Google?

Sì, credo proprio una cosa così. Non ho visto gli atti però leggendo quello che si dice…

Ieri il Papa ha pronunciato il suo nome e quello di monsignor Balda indicandovi come "errori". E poi ha chiesto che il giornalismo non diventi portatore di calunnia…

Bisogna guardare le cose con obiettività: è vero che c'è questo putiferio ma è anche vero che le persone che mi danno lavoro me lo stanno continuando a dare. Nessuno ha interrotto nessun rapporto professionale con me. Tutto va ricondotto alla realtà dei fatti: del resto il Vaticano non mi ha mai dato una lira e parlare con i giornalisti è il mio lavoro.

Ma cosa pensa del fatto che sia uscito tutto insieme: il pass falso per entrare in centro, poi la questione vaticana poi la vicenda Berlusconi…

La storia del pass è vera. Io mi sono dimenticata di comunicare il decesso della mia zia e la comunicazione non avviene d'ufficio, quella è l'unica cosa vera.

Il resto?

Non lo so. Ma se loro continuano così, io sono stata buona ma non continuerà per sempre questo silenzio. Questo memoriale di Balda è talmente decontestualizzato: lui vorrebbe sostenere con questa storia (inventata) di sesso che io l'avrei spaventato e per questo lui avrebbe dato le carte ai giornalisti. Ma doc'è il collegamento? Dimostra che misero uomo è monsignor Balda che non ha nemmeno i coglioni per dire "ho dato le carte ai giornalisti perché ritenevo giusto farlo". Negli scambi via sms con i giornalisti si dicevano "ci vediamo a Verona", Nuzzi gli scrive "ti voglio vestito da laico questa sera": basterebbe assumersi le sue responsabilità. E la colpa di questo schifo è della Zaccaria (l'avvocato di monsignor Balda), perché monsignor Balda non ha un rapporto normale con le donne. È preso da un complesso di Edipo tale che appena una donna gli dice di fare in un certo modo lui risponde "sì sì". Hanno distrutto il nostro rapporto.

Ma se, come dice Balda, avete avuto il rapporto carnale a dicembre perché poi a maggio sarebbe cambiato il rapporto?

Lui dice che si è accorto che io facevo parte dei servizi segreti. Tramite il suo avvocato avrebbe compreso la mia pericolosità.

Dal punto di vista umano, si sente isolata?

No. Le persone che sentivo continuo a sentirle. Anzi. Ho intorno molta gente.

Il rapporto con suo marito?

Nessun problema. Abbiamo le spalle larghe.

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Autore, attore, scrittore, politicamente attivo. Racconto storie, sul palcoscenico, su carte e su schermo e cerco di tenere allenato il muscolo della curiosità. Collaboro dal 2013 con Fanpage.it, curando le rubriche "Le uova nel paniere" e "L'eroe del giorno" e realizzando il format video "RadioMafiopoli". Quando alcuni mafiosi mi hanno dato dello “scassaminchia” ho deciso di aggiungerlo alle referenze.
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