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Appello di Papa Francesco per la pace: “Mai più guerra, fermatevi”

Il pontefice lancia un appello per la pace tra Israele e Palestina e per quanto sta accadendo in Iraq e Ucraina: “Si toglie la speranza ai bambini. Mai più gli sbagli del passato”.
A cura di Biagio Chiariello
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Oggi, 27 luglio, durante l’angelus Papa Francesco ha lanciato un appello per fermare le violenze nelle tre aree più calde: il Medio Oriente, l'Iraq e l'Ucraina. “Tutto si perde con la guerra, nulla si perde con la pace, mai più la guerra, penso soprattutto ai bambini ai quali si toglie la speranza, il futuro, bambini morti, bambini feriti, bambini orfani, bambini che giocano sui residui bellici e non sanno sorridere, vi prego fermatevi ve lo chiedo con tutto il cuore, è l'ora di fermarsi, per favore!” Un appello lanciato nel giorno in cui celebra il ricordo della Prima Guerra Mondiale. “Domani, ha detto papa Francesco dopo la preghiera dell’Angelus in una piazza San Pietro gremita, sarà una giornata di lutto nel ricordo del dramma” del conflitto avvenuto tra il 1914 e il 1918. Una guerra, ha ricordato, che “papa Benedetto XV definì un’inutile strage” e che “sfociò, dopo quattro lunghi anni, in una pace risultata più fragile”. Bergoglio ha quindi esortato affinché non si ripetano “gli errori del passato”.

L'appello di Papa Francesco per Medio Oriente, Iraq e Ucraina

“Mai la guerra! Mai la guerra! Fermatevi, per favore. Ve lo chiedo con tutto il cuore: è l'ora di fermarsi”. Ha ribadito papa Francesco, con la voce rotta dalla commozione. “Penso soprattutto ai bambini, ai quali si toglie la speranza di una vita degna, di un futuro – osserva – Bambini morti, bambini feriti, bambini mutilati, bambini orfani, bambini che hanno come giocattoli i residui bellici, bambini che non sanno più sorridere”.  Quindi l’appello per quanto sta accadendo sulla Striscia di Gaza, in Iraq e in Ucraina. “Vi chiedo", dice "di continuare a unirvi alla mia preghiera perché il Signore conceda alle popolazioni e alle autorità di quelle zone la saggezza e la forza necessarie per portare avanti con determinazione il cammino della pace, affrontando ogni diatriba con la tenacia del dialogo e del negoziato e con la forza della riconciliazione. Al centro di ogni decisione non si pongano gli interessi particolari, ma il bene comune e il rispetto di ogni persona".

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