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24 ore alla Global Revolution: a Roma attese oltre 200mila persone

Appena ventiquattro ore separano l’Italia alla grande manifestazione di domani contro le politiche della Bce, del Fmi e dei Governi nazionali. Il Paese è già invaso dai “draghi ribelli” che manifestano contro la dittatura delle banche, altissima l’allerta delle forze dell’ordine.
A cura di Susanna Picone
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verso la manifestazione del 15 ottobre

Continua a salire l’attesta per la manifestazione internazionale di domani che, in Italia, vedrà scendere in piazza migliaia di persone contro le politiche della Bce, del Fmi e dei Governi nazionali.

La manifestazione “ufficiale” sarà quella della Capitale che, secondo i numeri dell’organizzazione, conterà oltre 200mila persone che si muoveranno in un percorso con partenza da piazza della Repubblica alle 14.00 e arrivo a piazza San Giovanni. In queste ultime ore però è più che mai viva sui social network anche una mobilitazione proiettata ad organizzare cortei nelle altre città italiane, indice di quanto il problema sia effettivamente sentito.

A partecipare gli indignados italiani che si stanno facendo già conoscere in questi giorni per la protesta “Occupiamo Banca Italia” nata dalla scia della americana “Occupy Wall Street”. Perché se è vero che domani il mondo si unirà per celebrare la “giornata internazionale della rabbia” in Italia l’attenzione sarà sicuramente rivolta anche ai tanti problemi “nostrani” quali in primis appunto la crisi economica, il precariato cronico, la scuola pubblica da salvare, l’acqua da non privatizzare.

La protesta dei "Draghi ribelli" contro la dittatura delle banche

I manifestanti hanno chiesto scusa ai turisti per il disagio

L’obiettivo è lanciare un messaggio al Governo italiano: le “soluzioni” previste per uscire dalla crisi non sono giuste e danneggiano sempre più la parte più debole del Paese (l’ormai noto 99%) difendendo i privilegi esistenti. La richiesta perciò non può che essere una vera alternativa di sistema che metta al centro il cambiamento e l’innovazione. Nell’appello lanciato dal Coordinamento 15 ottobre si chiede anche da dove vogliono ripartire gli indignati italiani e cioè dal risultato del 12 e 13 giugno, “per restituire alle comunità i beni comuni ed il loro diritto alla partecipazione”, si chiede insomma una democrazia reale.

presidio draghi ribelli a roma
Il presidio, poi sgomberato, degli indignados a Via Nazionale, nei pressi della Banca d'Italia.

Una democrazia che non può avere un colore politico perché l’indignazione è di tutti e come tale apolitica, intenzione dei manifestanti è infatti quella di non arrivare nelle strade con bandiere o etichette di partiti nonostante la partecipazione già annunciata di diversi leader dei partiti dell’opposizione, dal sindaco di Napoli De Magistris ad Antonio Di Pietro, da Rifondazione Comunista al partito Sinistra e Libertà.

Intanto è massima l’allerta da parte delle istituzioni con il prefetto di Roma che ha fatto sapere di essere pronti a fronteggiare qualunque tipo di situazioni, anche perché quella di domani, come più volte sottolineato dagli indignados di tutto il mondo, vuole essere solo l’inizio di una protesta che, come per esempio sta accadendo da settimane a New York, dovrà necessariamente continuare ad oltranza finché “la voce del 99%” non verrà sul serio presa in considerazione.

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