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15 ottobre 2011, è tutto pronto: la sveglia arriva dal web [video-racconto]

Il 15 ottobre 2011 si scenderà in tutte le piazze del mondo per reclamare a gran voce il diritto ad una vita migliore, ad un mondo senza sfruttati e sfruttatori, nel rispetto dell’essere umano. La voce del 99% si fa sempre più forte.
A cura di Susanna Picone
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È giunta l’ora, suonano le sveglie, si svegliano le coscienze. Il 15 ottobre 2011, giorno tanto atteso dai tanti, tantissimi sostenitori dei movimenti degli indignados sviluppatosi negli ultimi mesi, il giorno più importante per tutti quelli che si sentono parte di quel famoso 99%, sta arrivando “rumoroso” come non mai. Fa rumore e fa notizia soprattutto sul web, laddove sin dal principio tutto è partito. Tunisia, Egitto, Spagna, Grecia, Cile, Israele, India, Usa, Italia: l’indignazione è globale e non veste un colore politico. Perché che tu sia di destra o di sinistra non cambia le cose, quello che le può far cambiare veramente è la partecipazione di tutti.

Il microfono umano

Mai come questa volta non ci sono “opinion leader” che provano a veicolare il loro messaggio e a diffonderlo tra la massa: siamo tutti, con le nostre foto, le nostre storie, i nostri slogan che contribuiamo a far rumore mediatico. Ci sono però anche persone come Michael Moore, il famoso documentarista dall’inizio parte di Occupywallstreet che, costretto a fare a meno dei supporti tecnologici più semplici quali un microfono, riesce a fare del suo uditorio la sua “estensione sensoriale”. E allora ecco che centinaia di persone si riuniscono intorno a lui ripetendo la sua voce che diventa la voce di tutti: “I love the human microphone!”.

“Questo è un giorno storico, questo movimento si è formato perché la gente ha voluto che accadesse, non per volontà di un leader ma perché la gente l’ha voluto![…]Sosteniamo un movimento come questo, non lasciamo che i politici fermino questo movimento. Ciascuno di voi, oggi qui, rappresenta altri 100mila americani che non possono essere qui, oggi! Il movimento “occupiamo” è dappertutto. […] Noi ne abbiamo abbastanza, è troppo!”.

Il discorso di Slavoj Zizek alla Liberty Plaza

"Non viviamo più nel migliore dei mondi possibili"

“Non viviamo più nel migliore dei mondi possibili”. Pochi giorni fa il filosofo Slavoj Zizek ha parlato dalla Liberty Plaza: un cambiamento, per lui, è possibile. Tutto quello che serve è la pazienza.

“Oggi possiamo andare sulla luna, diventare immortali con la biogenetica, fare sesso con animali o qualsiasi altra cosa. Ma guardiamo al campo della società e dell’economia – in quel campo già qualcosa è considerato impossibile. Tu vuoi aumentare un po’ le tasse per i più ricchi, ti diranno che è impossibile. Abbiamo perso competitività. Vuoi più soldi per l’assistenza sanitaria, ti diranno, impossibile! Questo vuol dire uno stato totalitario. Non c’è qualcosa di sbagliato se ci possono promettere l’immortalità ma non possono spendere un po’ di più per la salute? Forse è necessario riconsiderare le nostre priorità. Noi non vogliamo il più alto tenore di vita; noi vogliamo un migliore tenore di vita. […] L’unica cosa che mi fa paura è che un giorno andremo a casa e poi ci riuniremo una volta all’anno, bevendo birra e ricordando nostalgicamente i vecchi tempi vissuti insieme. Promettiamo a noi stessi che questo non accadrà. Voi sapete che le persone spesso desiderano qualcosa che in realtà non vogliono. Non abbiate paura di volere davvero ciò che desiderate!”. 

L’invito è globale, la partecipazione sarà globale. Stanchi di vivere in un finto sistema democratico basato sullo sfruttamento dell’individuo e governato dal potere degli interessi finanziari, il messaggio è forte: non vogliamo più essere la merce di politici e banchieri.

Le piazze sono nostre, le vite sono nostre, il mondo è nostro.

"Stiamo perdendo le nostre case. Siamo costretti a scegliere tra i generi alimentari e l’affitto. Ci sono negate le cure mediche di qualità. Siamo affetti da inquinamento ambientale. Stiamo lavorando per lunghe ore per una misera paga e pochi diritti, sempre che stiamo lavorando. Non abbiamo nulla, mentre l'altro 1% ha tutto. Siamo il 99%". 

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