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Yara Gambirasio: tre uomini nel mirino degli inquirenti

Sarebbero tre gli uomini coinvolti nell’omicidio di Yara Gambirasio, la giovane atleta di Brembate: il custode del cantiere di Mapello, l’operaio Mohamed Fikri e il datore di lavoro Roberto Benozzo. Il cantiere ritorna a rappresentare il luogo-chiave dell’intera vicenda: nei polmoni di Yara, infatti, è stata trovata polvere di cemento e sul corpo ferite provocate forse mediante una taglierina da piastrellista. Nessuna traccia del furgone bianco.
A cura di Daniela Caruso
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Yara Gambirasio: tre uomini nel mirino degli inquirenti

Tre uomini sotto l’occhio degli inquirenti per l’inspiegabile morte di Yara Gambirasio, la tredicenne di Brembate di Sopra, trovata senza vita dopo mesi di ricerche. Il settimanale Oggi parla di tre uomini che sarebbero nel mirino degli inquirenti e che potrebbero rappresentare i soggetti-chiave per chiarire l’intera vicenda. Il 26 novembre, giorno della scomparsa di Yara, questi tre uomini si trovavano nel cantiere di Mapello: il custode della struttura, Mohamed Fikri, il marocchino che nei primi giorni di indagine era stato identificato come presunto responsabile dell’omicidio Gambirasio e Roberto Benozzo, datore di lavoro dello stesso giovane.

E pare che tutto ritorni al punto di partenza, o meglio, al luogo di inizio di questo assurdo delitto. Al centro delle indagini, quindi, riappare il cantiere, posto in cui anche i cani molecolari avevano da subito fiutato le tracce di Yara: il posto è stato setacciato meticolosamente e nei polmoni della piccola è stato trovato polvere di cemento che potrebbe appartenere alla struttura, ma non solo: i tagli inferti sulla giovane vittima sono stati probabilmente effettuati con una taglierina da piastrellista. La domanda che si pone la Polizia è molto semplice: com’è possibile che nessuno, quella sera, abbia sentito o visto qualcosa, come un rumore sospetto, grida dall’esterno o movimenti sospetti?

L’attenzione, però, viene dirottata nuovamente su Fikri, il quale stava partendo per Tunisi, per un viaggio di ferie (anche se questo particolare è stato smentito. Il tunisino non avevo pianificato il ritorno in patria) imbarcando anche un furgone bianco, di cui tutt’ora non si sa nulla. Il furgone in questione, infatti, quella sera è stato visto da più di un testimone, che si trovava nei pressi della palestra di Brembate, dove Yara si era recata e da dove la giovane atleta è scomparsa. Fikri fu sottoposto a fermo dopo l'intercettazione della telefonata effettuata alla sorella in cui sembrava stesse parlando di Yara e dell'omicidio, poi rilasciato perché c'era stato un errore di traduzione. Ora, però, l’operaio, il datore e il portinaio diventano forse i personaggi principali che potrebbero spiegare il giallo di Brembate, per il quale non si riesce ancora a trovare un reale colpevole a quasi un anno di distanza.

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