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Vaccini, la Corte costituzionale boccia il ricorso del Veneto: “L’obbligo è giustificato”

La Corte Costituzionale ha ritenuto infondato il ricorso presentato dalla Regione Veneto contro l’obbligo vaccinale introdotto dal parlamento la scorsa estate. L’obbligo è giustificato, secondo i giudici, dal calo delle coperture vaccinali su tutto il territorio italiano.
A cura di Charlotte Matteini
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La Corte Costituzionale ha dichiarato infondato il ricorso avanzato dalla Regione Veneto contro l'obbligo vaccinale introdotto dal Parlamento la scorsa estate. Secondo i giudici costituzionali, le misure introdotte rappresentano una scelta spettante al legislatore nazionale e il passaggio da una strategia "basata sulla persuasione a un sistema di obbligatorietà" sarebbe giustificato dall'allarmante calo delle coperture vaccinali su tutti il territorio vaccinale. In sostanza, dunque, secondo la Corte il decreto per l'obbligatorietà vaccinale convertito in legge dal Parlamento la scorsa estate non sarebbe incostituzionale, ma anzi il provvedimento è stato emanato proprio a tutela della salute pubblica.

Dello stesso avviso il Consiglio di Stato, che lo scorso settembre diede parere favorevole ai vaccini obbligatori per l’iscrizione nelle scuole dell’infanzia: “Già a decorrere dall'anno scolastico in corso, trova applicazione la regola secondo cui, per accedere ai servizi educativi per l'infanzia e alle scuole dell'infanzia, occorre presentare la documentazione che provi l'avvenuta vaccinazione”,si leggeva nel parere del Consiglio di Stato rispondente ad alcuni quesiti avanzati dal presidente della regione Veneto Luca Zaia.

Il ricorso venne annunciato a giugno proprio dal presidente della Regione Veneto, che dichiarò di essere intenzionato a impugnare davanti alla Consulta il decreto per la reintroduzione dei vaccini obbligatori dagli 0 ai 16 anni. "Il ricorso non c’entra con la politica. Diamo una risposta a 5 milioni di cittadini. Siamo gli unici ad avere anagrafe vaccinale digitale in tempo reale. L’impugnativa non si fa perché siamo contro vaccini. Le Regioni hanno l’autonomia vaccinale, i cittadini non vanno multati ma informati. È assurdo che chi ha 7.000 euro possa non vaccinare i bambini mentre chi non li ha rientra in una coercizione che, si sa, crea soltanto abbandono. Il genitore deve poter stabilire col pediatra un programma vaccinale ad hoc. Da noi il no all’obbligo funziona e dà dati chiari. Dai veneti emerge ancora una volta una lezione di civiltà", disse Zaia.

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