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Vaccini, Cassazione: non risarcibili danni imprevisti

Lo dice la Cassazione: quando il medico esegue correttamente l’iniezione per la vaccinazione obbligatoria, in caso si manifestino effetti imprevisti, la Asl non è tenuta a risarcirli.
A cura di Susanna Picone
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Quando il medico esegue correttamente l'iniezione per la vaccinazione obbligatoria, in caso si manifestino effetti imprevisti, la Asl non è tenuta a risarcirli. Lo dice la Corte di Cassazione rilevando che il vaccino è “una pratica routinaria” che non necessita “accertamenti preventivi”. La Cassazione ha respinto il ricorso di una donna napoletana che aveva riportato “postumi permanenti” dopo la vaccinazione obbligatoria antitifica. Il medico che aveva eseguito l'iniezione, pur avendola eseguita correttamente e nel punto giusto, aveva leso il “nervo circonflesso” determinando in questo modo un effetto collaterale dannoso e non voluto. Per questo la paziente, Filomena P., aveva fatto ricorso nel 1997 al pretore di Torre Annunziata, per ottenere il risarcimento dei danni subiti, a carico della Asl 5 di Napoli, “a seguito della cattiva esecuzione di una iniezione intramuscolare finalizzata alla vaccinazione obbligatoria antitifica”. Nel 2003 il tribunale di Torre Annunziata ha rigettato la domanda risarcitoria e nel 2011 la corte d'appello di Napoli ha affermato che “benché sia stato provato che l'iniezione aveva toccato e danneggiato il nervo circonflesso, nessuna responsabilità era ascrivibile al medico vaccinatore e per esso alla Asl, avendo il medico somministrato il vaccino in maniera tecnicamente corretta e avendo il predetto nervo un andamento variabile da individuo ad individuo”.

Il tribunale di Torre Annunziata e la Corte d'Appello di Napoli hanno rigettato l'istanza della donna – A quel punto la donna si è rivolta alla Cassazione ma i supremi giudici hanno stabilito che la corte d'appello “non ha violato i principi in tema di responsabilità medica”. Per la Cassazione i magistrati napoletani hanno “positivamente accertato l'esistenza del nesso causale tra la vaccinazione e il danno riportato dalla paziente” ma hanno poi escluso, in base alle risultanze delle consulenze tecniche, “che alcuna responsabilità colposa gravasse sulla dottoressa che ha eseguito la vaccinazione, la quale si è attenuta ai protocolli nella localizzazione dell'iniezione e nelle modalità della sua esecuzione, né era tenuta, trattandosi di una pratica routinaria, ad eseguire altri e più complessi accertamenti preventivi”. Per la Cassazione in mancanza di una colpa riconducibile all'autrice della vaccinazione “il verificarsi dell'evento dannoso è stato ricondotto al caso fortuito”, in questo caso “all'andamento variabile e talvolta imprevedibile del nervo circonflesso”. Una circostanza “che ha ricondotto all'esterno della sfera di controllo e di prevedibilità della professionista che ha effettuato l'intervento routinario”. La donna che aveva fatto ricorso è stata condannata a pagare circa quattro mila euro di spese legali .

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